La strage delle tartarughe
sulla spiaggia di Castel Volturno

La strage delle tartarughe sulla spiaggia di Castel Volturno
di Vincenzo Ammaliato
Mercoledì 17 Marzo 2021, 09:59
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Alcuni passanti sulla costa avvistano a riva una grossa tartaruga marina. Sembra in difficoltà e avvisano la guardia costiera, che arriva sul posto, a Pinetamare di Castel Volturno, e trova l'animale morto. E purtroppo per l'arenile del centro alla foce del fiume Volturno non è un caso sporadico. Anzi, domenica c'era stato uno spiaggiamento identico, sul bagnasciuga di Baia Verde.

«Mentre nei primi due mesi dell'anno le tartarughe marine trovate morte qui da noi sono state almeno un paio di dozzine», racconta preoccupato per l'elevato numero di rettili spiaggiati il tenente Michele Pellegrino, comandante della stazione della locamare domiziana. La tartaruga spiaggiata ieri di Pinetamare, come tutte quelle precedenti, apparteneva alla specie Caretta Caretta, un rettile comune in tutti i mari del mondo, ma ormai in via d'estinzione nelle acque italiane. «Ma soprattutto in quelle casertane», denuncia Nicola Campomorto, volontario dell'Enpa, che insieme al suo ente qualche anno fa ha iniziato una campagna di sensibilizzazione coi pescatori e armatori salernitani e di terra di lavoro che incrociano i rettili nelle loro reti.

Lo scopo è quello di lenire i disagi alle tartarughe marine che transitano nei mari campani. Tuttavia, seppure a Salerno c'è stato un riscontro, con la collaborazione fattiva della gente di mare di quel luogo che avvisa ogni volta è trovato un animale in difficoltà, a Caserta non si è ancora raggiunta una tale sensibilità.

«Le tartarughe in questo periodo dell'anno dormono nel fondale dei mari e sono tirate su dalle reti a strascico spiega Fabrizio Golino, commissario della sezione casertana dell'Enpa questa manovra per i rettili è letale, perché subiscono una sorta di embolia. I pescatori che non avvisano, rimettono le tartarughe in acqua, convinti che stiano bene. Invece, le condannano, perché dopo un paio di giorni muoiono soffocate, appunto per la risalita troppo veloce provocata dalla issata delle reti sullo scafo. In questi casi, le Caretta Caretta andrebbero curate. Per questo è fondamentale la segnalazione alle associazioni di volontariato come la nostra. Saremo noi poi a prenderci cura dell'animale ferito e consegnarlo alle istituzioni».
Insomma, le Caretta Caretta nuotano in tutto il Mediterraneo, compiendo talvolta traversate anche di migliaia di chilometri. E purtroppo molte di quelle che si spingono dalla Sicilia fin alle coste casertane trovano una morte che potrebbe essere facilmente evitata. Dopotutto, per salvarle basterebbe una semplice telefonata al numero giusto.
 

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