Da parcheggio scaduto ad abusivo:
a Caserta nessuno a sorvegliare

Da parcheggio scaduto ad abusivo: a Caserta nessuno a sorvegliare
di Franco Tontoli
Sabato 29 Gennaio 2022, 09:45 - Ultimo agg. 15:16
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Da parcheggio scaduto a parcheggio abusivo. L'area a cavallo fra piazza Gramsci, a pochi centimetri dalla Reggia, e viale Vittorio Veneto trasformata in parcheggio affidato a gestione privata, solenne capolavoro di strategia urbanistica e allestimento di servizi per la mobilità per essere stata decisa sulla superficie del parcheggio sotterraneo di piazza Carlo di Borbone, a qualche giorno dalla scadenza del contratto di gestione è terra di nessuno. Meglio, di tutti.

All'entrata di viale Veneto transenne, nastri rossi, un cartello avverte che il parcheggio è chiuso, «eccetto dipendenti statali» questi indicati negli uffici della Sna, Demanio, Agenzia delle Entrate, Utg, Provveditorato opere pubbliche. Tutte sigle etichettate, dove le indicazioni ci sono, sul vuoto assoluto. Ore 14,30, una visita di ricognizione, entriamo, non entriamo, un paio di automobili escono, un'altra ci precede ed entra spedita, tentiamo anche noi il se la va la va. E la va. Nessuno a sorvegliare, chiuso il gabbiotto di vigilanza a ridosso della macchina per la riscossione pedaggi, impianto sigillato, nessuno nei paraggi. Nemmeno miracolo qualcuno che ne approfitti per farsi custode abusivo, mancia risparmiata.

L'orario è già di chiusura di uffici, ma quali uffici, poi? All'interno del parcheggio oltre il cancello della Scuola nazionale dell'amministrazione, lato piazza Gramsci, tre auto.

Poi ne contiamo, fissando l'orario alle 14.45 come se fosse un censimento su modulo dell'istituto statistico, 67. Il tempo di contarle e scriverle che diventano 74. In mattinata ne sono state almeno il doppio, dopo l'impatto della chiusura dei giorni scorsi, preso nota delle mancata sorveglianza e dell'inutilità del cartello chiuso su una struttura aperta, era cominciata la pacchia del parcheggio gratuito, si dirà anche abusivo ma se tollerato che abuso è? La sfilza di sigle riferite a uffici statali del cartello all'accesso non trova riscontro, tranne uno, all'effettivo stato del luogo. Subito a destra dell'ingresso, dopo due locali murati per impedirne l'uso dormitorio di vagabondi che era stato, il portone sbarrato che espone un gran pavese di avvisi multilingue. La targa di ottone dice «Ministero dell'Interno - Commissione territoriale per il riconoscimento protezione internazionale». È l'unico ufficio che, seppure chiuso, dimostra parvenza di operatività.

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Di lato il fabbricato che fu restaurato e affidato ai Servizi catastali che scoppiavano nella sede di via Battisti. Porte a vetri sbarrate, oltre il velo di sporco si intravede il nulla degli interni. Ancora, ad angolo retto, altri locali dell'Agenzia delle Entrate, vuoti, recintati, un cartello dice di lavori avviati il 16 giugno 2021, nomi di progettista e direttore lavori, numero lavoratori impiegati 4. Tutto qui, all'interno la parietaria procede a ondate e fra non molto avrà ragione, come nei locali della fila precedente, di tutto il restauro negli anni scorsi fatto. E sprecato.

Ad angolo la fila delle casermette, lo dice il tabellone giallo «Zona militare» affisso sulla recinzione di rete trasparente, quindi ampia visione della vegetazione selvatica che erode il lungo monoblocco di edifici rossi, un viottolo aperto «Viale Principessa Jolanda» porta a ridosso del palazzone occupato dai carabinieri forestali i quali, soltanto affacciandosi, avrebbero di che operare. In mezzo, aspetto esterno ancora dignitoso seppur fatiscente all'interno, la palazzina che fino agli anni Settanta era stata sede del Consorzio provinciale dell'istruzione tecnica, poi aveva ospitato uffici dell'assessorato regionale alla Sanità, poi le targhe ci sono sempre, come ex voto l'Agenzia provinciale per i giovani. Solo targhe, quindi, uffici vuoti aperti sul parcheggio terra di nessuno.

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