Caserta, città trappola per disabili prigionieri dell'inciviltà

LA denuncia delle famiglie costrette a fare slalom tra le barriere architettoniche e in difficoltà per i servizi carenti

Le barriere architettoniche
Le barriere architettoniche
di Nadia Verdile
Domenica 4 Dicembre 2022, 10:03
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Ieri è stata celebrata la giornata internazionale della disabilità, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto che l'inclusione delle persone con disabilità «è banco di prova della piena affermazione dei diritti umani». Includere vuol dire anche rendere vivibile la città. Caserta non lo fa, Caserta non è inclusiva. «Vivo in carrozzina da dieci anni dice Giovanni Russo -, da quando un maledetto incidente d'auto mi ha fermato le gambe. Prima, quando le usavo, non mi ero mai reso conto di che cosa volesse dire avere questa fortuna. Marciapiedi senza scivoli, buche nelle strade, negozi senza accesso per disabili erano per me un non problema. Saltavo i fossi, dribblavo le auto in sosta sui marciapiedi, salivo i gradini di accesso delle botteghe. Ora, se non sono accompagnato, non lo posso fare più. Non ho perso solo l'uso delle gambe, ho perso il diritto alla normalità, il diritto alla vita sociale». L'amarezza nelle parole del signor Giovanni sono testimonianza di una Caserta dove chi si muove in carrozzina non può attraversare le strade. Non una, quasi tutte. Dal centro alla periferia, da Vaccheria a San Benedetto, passando per le strade dello shopping, da un capo all'altro del capoluogo le strisce pedonali, per chi si muove sulle ruote, non sono accessibili, perché delimitate da marciapiedi.


«A Caserta - racconta Annamaria Bellopede, sorella di Francesca da anni sulla carrozzina - fare una passeggiata con Francesca è una cosa ardua.

Partiamo dalle strade. Dissestate. La gente che non vive questo disagio forse neanche se ne accorge ma i marciapiedi sono quasi tutti impraticabili, le discese-scivolo si possono contare sulle dita delle mani. Aggiungo gli escrementi dei cani. Quello che finisce sulle ruote arriva sulle mani ed è diverso dal pestarla». E così il quadro che emerge è che manca, sia in chi amministra sia in chi abita la città, il rispetto, l'attenzione, la percezione dei bisogni di chi è sulle ruote.


«Dovremmo continua Annamaria - sederci tutti sulla sedia a rotelle e spingere le ruote tutti insieme. Questo servirebbe al cittadino disabile per sentirsi compreso nelle proprie difficoltà, al cittadino comune per vivere in prima persona la condizione della disabilità e quindi comprendere meglio gli altri, all'amministrazione comunale per toccare con mano quali sono i problemi all'interno della città sul fronte dell'accessibilità e delle urgenze perché, purtroppo, tra parcheggi selvaggi davanti agli scivoli, i pochi fruibili, le buche sui percorsi pedonali, la disinformazione, la distrazione e il disinteresse, la vita del disabile in città è così complicata che è inaccettabile».
Inaccettabile ma vera. «Occorre - sottolinea Paolo Colombo, garante regionale dei diritti delle persone con disabilità - più attenzione alle persone con disabilità sempre, non solo nella giornata internazionale a loro dedicata perché la persona con disabilità è tale ogni giorno. Le difficoltà, si possono superare creando una società più giusta, equa e accessibile per tutti. Purtroppo, la mancanza di rispetto delle barriere architettoniche, dalla segnaletica agli scivoli alle frequenti ostruzioni sulle strade e sui marciapiedi è molto, purtroppo, diffusa. Questo per i disabili è grave perché significa subire la limitazione della propria libertà, la propria possibilità di autonomia. Una persona con disabilità che non si può muovere liberamente è come se fosse costretta agli arresti domiciliari, confinata suo malgrado tra le mura di casa. Ad oggi la situazione in città è molto grave. È necessario che si comprenda che dove vivono bene le persone con disabilità vivono bene tutti gli altri perché questi tipi di lavori non solo sono indispensabili per chi ha mobilità ridotta ma anche per tutta la cittadinanza». La città inclusiva per ora non c'è con buona pace dei diritti umani.

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