Napoli: minacce e recupero crediti conto terzi, preso uomo di spicco del clan Di Lauro

Napoli: minacce e recupero crediti conto terzi, preso uomo di spicco del clan Di Lauro
Venerdì 14 Febbraio 2020, 18:52
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I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e della Tenenza di Arzano coadiuvati dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia presso il medesimo Tribunale, nei confronti di Umberto Lamonica, 42 anni, indagato per i reati di tentata estorsione continuata in concorso con ignoti, con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso.

Il provvedimento scaturisce da una più ampia attività investigativa condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che, supportata da attività istruttorie e servizi di osservazione, controllo e pedinamento, ha permesso di individuare e documentare le condotte dell’indagato, destinatario del provvedimento cautelare, il quale, pregiudicato per associazione di tipo mafioso ed appartenente alla camorra nella sua articolazione territoriale denominata Alleanza di Secondigliano, tramite violenze e minacce avrebbe tentato di estorcere denaro ai danni di un commerciante di Aversa per recuperare un credito di circa 100mila euro vantato da altri imprenditori.

L’attività investigativa ha consentito di accertare precise condotte illecite a carico dell’indagato, elemento di spicco del clan Di Lauro operante in Secondigliano, il quale, in concorso con ignoti, al fine di recuperare la somma di denaro relativa ad un debito contratto con altri imprenditori, ha imposto a più riprese alla vittima il versamento della somma di denaro contante. In particolare, l’arrestato ha dapprima avvicinato parenti e congiunti del commerciante, convocandoli a Secondigliano per risolvere la questione, e successivamente ha incontrato di persona la stessa vittima.

Nella circostanza, nell’intimare la consegna del denaro, intimidiva la vittima riferendole di agire in nome e per conto di esponenti del clan Mallardo di Giugliano dai quali avrebbe ricevuto tale incarico, essendo lui stesso il riferimento per l’attività di recupero crediti. L’attività estorsiva non veniva consumata a seguito della denuncia della vittima alle forze dell’ordine e della successiva chiusura dell’attività commerciale.
 
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