Da tempo gestivano il commercio della droga nell'area della Valle Suessuola, tra le province di Caserta e Benevento, ma la scorsa notte i loro «affari» sono stati interrotti dai i carabinieri. I militari del nucleo investigativo hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di 38 persone tra cui otto donne - ritenute, a vario titolo, indiziate di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio ed alcune delle quali già detenute).
Il provvedimento, in particolare, ha riguardato il clan Piscitelli.
Gli inquirenti ritengono di avere accertato l'operatività di un gruppo criminale, attivo prevalentemente nella Valle di Suessuola e collegato al clan Massaro, i cui accoliti, anche grazie al potere intimidatorio esercitato sul territorio gestivano, in maniera monopolistica, il traffico degli stupefacenti. Inoltre, è stato individuato sia il vertice sia le articolazioni periferiche del gruppo. La base doveva occuparsi della vendita al dettaglio con una capillare distribuzione sul territorio di diverse piazze di spaccio, ciascuna affidata a un sodale con l'obbligo di rifornirsi presso i canali di approvvigionamento indicati dal vertice criminale. È stato documentato aggiungono gli 007 - come il gruppo, per affermare la supremazia sull'area di influenza, quando emergevano criticità per il recupero crediti dai gestori di piazze di spaccio da loro rifornite, non abbia esitato a fare ricorso a minacce armate, violenti pestaggi e incendi. L'intero gruppo familiare dei Piscitelli è finito in carcere nell'ambito del blitz eseguito stamane dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta. Si tratta di Filippo, Antonio, Salvatore, Antonio, Giuseppe, Costanza e Michela. Filippo Piscitelli è il fratello del boss Raffaele; con Piscitelli sono state arrestate anche due delle sue ex mogli (si è sposato tre volte). Le donne indagate spacciavano anche davanti ai figli. Dall'inchiesta è emerso come il gruppo, contando sul legame con la camorra, fosse riuscito a gestire in modo egemone il traffico di stupefacenti nella Valle di Suessuola, creando un business tra i più floridi del Casertano. Se il responsabile di qualche piazza faceva credito e non riusciva a recuperarlo, i creditori venivano puniti.
Sono stati documentati violenti pestaggi, atti incendiari e minacce armate. Durante le indagini sono stati arrestati 8 spacciatori e sequestrati 200 grammi di hashish, 350 di cocaina, una pistola Beretta calibro 7,65. Inoltre, sono stati segnalati alle Prefetture numerosi consumatori di stupefacente. Spesso chi faceva parte del clan spiegano gli inquirenti - poteva entrare in una riservata rete telefonica grazie a cellulari «dedicati», che consentiva le comunicazioni tra alcuni indagati e loro familiari ristretti in strutture carcerari. Risale, peraltro, allo scorso marzo un giro di vite contro lo spaccio e il consumo di droga in molti comuni del Casertano con 40 arresti eseguiti a cavallo tra le province di Terra di Lavoro e Caivano.