Colpita da proiettile a Capodanno,
lieto fine per Giovanna: «È un miracolo»

Colpita da proiettile a Capodanno, lieto fine per Giovanna: «È un miracolo»
di Marilù Musto
Giovedì 2 Gennaio 2020, 08:07 - Ultimo agg. 16:15
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«Mi hanno appena estratto il proiettile, ma non ho la forza per parlare, voglio riposare». Giovanna è forte. Ha 18 anni e vive ad Aversa. La sua forza è stata la sua salvezza. Riesce a dire poche frasi attraverso il telefono dello zio, poi attacca. È lei la sopravvissuta agli spari per l'arrivo del nuovo anno. Un proiettile le ha trapassato l'inguine e si è fermato nel gluteo. Per fortuna non ha colpito l'utero o le ovaie: «È un miracolo» dicono ora i parenti. Se non fosse stato così, l'emorragia sarebbe stata difficile da fermare. «È andata bene, il proiettile è stato consegnato alla polizia», spiegano i medici dell'ospedale «Moscati» di Aversa dove Giovanna è ricoverata. Ora, si cerca lo spregiudicato pistolero che ha inaugurato il 2020 impugnando un'arma.

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LA DINAMICA
L'ogiva estratta è di una pistola calibro 38. «È piuttosto potente», tuonano gli investigatori. Arma da guerra, certo. In dotazione anche alle forze dell'ordine. Ora, gli occhi sono puntati sulle abitazioni confinanti con la palazzina in cui vive Giovanna. Si parte da una ricostruzione dettagliata dei fatti, riportando le lancette delicatamente indietro. La polizia scientifica di Caserta e gli agenti del commissariato di Aversa, ieri, sono tornati dieci volte sul luogo del ferimento, in piazza Giovanni XXIII, per ripercorrere gli istanti precedenti alla tragedia sfiorata. Questa la scansione: è appena scoccata la mezzanotte e il rione delle palazzine popolari di Aversa s'illumina di colori e spari. Cinque minuti dopo la mezzanotte Giovanna raggiunge il balcone di casa, al quarto piano, per aiutare il fratellino ad accendere le stelline. Ma all'improvviso avverte un bruciore allo stomaco: si piega in due e chiede aiuto alla mamma. Quando toglie la mano dall'inguine vede il palmo sporco di sangue. La corsa in ospedale è frenetica, mentre la ferita continua a bruciare. Viene ricoverata d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale di Aversa, presidio di frontiera, dove, intanto, arrivano altri feriti: uno, in particolare, giunge con due falangi della mano staccate dall'esplosione di un petardo. Il responso dei camici bianchi arriva nel giro di un'ora: Giovanna non è in pericolo di vita: per una fortuita coincidenza, il colpo non ha toccato alcun organo interno e si è bloccato all'altezza del gluteo. Bisognerà estrarlo il prima possibile. Ieri, l'operazione chirurgica.

IL VIDEO
Intanto, le indagini coordinate dal dirigente Vincenzo Gallozzi del commissariato di Aversa cominciano a farsi spazio e sono orientate verso una svolta che potrebbe giungere dall'analisi della traiettoria. Il colpo è stato sparato in aria da qualcuno che si trovava poco distante dall'abitazione e si è conficcato nell'inguine della ragazza durante la parabola discendente. Tra gli elementi all'attenzione degli investigatori è spuntato anche un video diffuso su youtube in cui compariva un uomo, probabilmente ebbro, che impugnava una pistola e sparava in aria, ad Aversa. La zona in cui è stato girato il video è però lontana dall'abitazione di Giovanna e si trova alle spalle della stazione ferroviaria, verso Gricignano di Aversa. Dunque, il video non è direttamente ricollegabile al ferimento. Eppure potrebbe  fornire qualche elemento importante per le indagini.In ospedale, ieri pomeriggio, si è recato anche il sindaco di Aversa, Alfonso Golia.

Proprio lui aveva emanato un'ordinanza di divieto di esplodere botti illegali: «È vergognoso che ancora ci sia chi spara colpi d'arma da fuoco per la fine dell'anno - ha spiegato - di fronte al totale disprezzo delle regole, della convivenza civile è difficile trovare espressioni adeguate». «Spero ha continuato - che l'indagine, avviata dagli agenti di polizia del commissariato della nostra città e dalla scientifica, sia rapida e che chi ha premuto quel maledetto grilletto venga assicurato alla giustizia. Alla ragazza ferita auguro che possa tornare quanto prima alla sua vita normale».

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