Compravendita di condoni, altri quattro indagati al Comune di Maddaloni

Compravendita di condoni, altri quattro indagati al Comune di Maddaloni
di Mary Liguori
Martedì 9 Gennaio 2018, 13:03 - Ultimo agg. 13:46
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Ci sono altri quattro dipendenti comunali coinvolti nell’inchiesta sui condoni «facili» e le pratiche intralciate o rallentate all’ufficio tecnico di Maddaloni. Il mercimonio, per ora presunto, sul quale si basa l’inchiesta potrebbe non essere ascrivibile solo al dirigente del settore finito in carcere, Michele Della Peruta, ma anche ad altri impiegati dell’Ente locale. C’è questo alla base delle nuove perquisizioni che si sono tenute ieri in Municipio e nelle abitazioni degli indagati sia a Maddaloni che a Benevento. Dopo l’arresto del capo dell’ufficio condono, altre quattro persone si sono infatti presentate dai carabinieri raccontando delle «anomalie» nelle pratiche per condonare alcune proprietà private. 

Non c’è pace per il Comune di Maddaloni. L’ultima indagine in materia di pubblica amministrazione sui condoni «facili» concessi con lo sconto a chi ne aveva diritto e anche a chi non aveva i requisiti, si porta dietro strascichi che sembrano dover scatenare l’ennesimo terremoto giudiziario nella Valle di Suessola. Ieri mattina, su delega della procura di Santa Maria Capua Vetere, i carabinieri della compagnia di Maddaloni hanno perquisito, di nuovo, il domicilio di Michele Della Peruta, attualmente in carcere, e l’abitazione del geometra Michele Pietropaolo, sottoposto alla misura del divieto di dimora in provincia di Caserta.Si tratta delle due figure centrali dell’inchiesta che, lo scorso 5 dicembre, ha portato all’arresto di Della Peruta, capo dell’ufficio condoni del Comune di Maddaloni, e alla misura di divieto di dimora per Pietropaolo. I reati contestati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, fascicolo in capo al pm Alessandro Di Vico, sono l’induzione indebita a dare o promettere utilità e la truffa aggravata. Ieri mattina, i carabinieri dela compagnia di Maddaloni, agli ordini del capitano Stefano Scollato, sono tornati dunque anche in Comune, Ente retto da un commissario prefettizio dopo la tangentopoli che ha menomato la classe politica locale e dopo le dimissioni del sindaco eletto nella primavera scorsa. Lo scopo delle perquisizioni è stata l’acquisizione di diversi fascicoli relativi alle richieste di condono edilizio presentate per proprietà private. L’inchiesta partì nel settembre 2015 dopo la denuncia di un cittadino che purtroppo è deceduto prima che l’indagine si concretizzasse in un’operazione.

Secondo quanto accertato nel corso dell’inchiesta, Della Peruta avrebbe intascato mazzette da 500 a 5000 euro per consentire a compiacenti cittadini di pagare il condono senza l’aggravio degli interessi maturati sin dal 1986.

La tecnica del «bollettino in bianco» era quella usata per abbattere i costi delle pratiche. Bollettini consegnati in bianco a coloro che richiedevano il condono e compilati come se fossero stati effettuati pagamenti per la sanatoria già nel 1986. I bollettini proverrebbero dagli uffici postali di San Felice a Cancello e Maddaloni, ed erano indirizzati all’amministrazione «Pt oblazione abusivismo edilizio sul quale l’importo veniva indicato in lire». Secondo il giudice per le indagini preliminari che ha spiccato l’arresto per Della Peruta, grazie a quel trucco veniva certificato fittiziamente il versamento, in realtà mai avvenuto, di una parte o dell’intero onere concessorio relativo alla sanatoria del 1986. Tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella che negli uffici postali ci sia una «talpa» a disposizione degli indagati.  
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