Compravendita di condoni edilizi
condannati tecnico e capo Utc

Compravendita di condoni edilizi condannati tecnico e capo Utc
di Mary Liguori
Giovedì 9 Gennaio 2020, 07:28 - Ultimo agg. 11:39
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Colpevoli di aver tentato di prendere soldi per rilasciare pratiche di condono edilizio che erano dovute. Colpevoli di avere reso «idoneo» al condono chi non lo era e di avere danneggiato il Comune praticando «sconti» sulle cifre dovute (e lievitate per effetto degli interessi) in cambio di mazzette. Colpevoli, dunque, di tentata corruzione e condannati a quattro e due anni l’ex funzionario dell’Ufficio tecnico del Comune di Maddaloni, Michele La Peruta, e il tecnico esterno, Michele Pietropaolo. Assolto, invece, La Peruta, dalle ipotesi di induzione indebita a dare e promettere utilità e truffa. Assolta, ancora, «per tenuità del fatto», Rosa Iovine, una delle cittadine accusata di aver foraggiato i due tecnici per ottenere il condono a costi «scontati». 

È la sentenza emessa ieri dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere per lo scandalo della compravendita di condoni a Maddaloni. Si chiude con la condanna e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici il processo per il personaggio chiave della vicenda, Michele La Peruta, che ha incassato quattro anni (diciotto mesi li ha già scontati in carcere) contro i sei che aveva chiesto il sostituto procuratore Alessandro Di Vico. 

Il pm che ha coordinato le indagini e ottenuto le condanne avviò l’inchiesta dopo la denuncia di un cittadino gravemente malato cui gli imputati avevano chiesto soldi per concedere un condono edilizio. L’uomo riferì di una richiesta di tremila euro, ma anziché pagare si rivolse alla Procura. Non si limitò a questo. Acconsentì ad aiutare gli inquirenti e la condanna emessa ieri porta, in parte, anche la sua firma che, intanto, purtroppo è morto. 

A Maddaloni, dove la tangente è diventata quasi un «culto», tanto da confluire in un libro autobiografico scritto dall’imprenditore che per anni ha corrotto i politici locali per sbaragliare la concorrenza nelle gare per la raccolta rifiuti, le mazzette sono state usate tanto per le gare pubbliche quanto per lo «sconto» sul condono edilizio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, grazie a un bollettino in bianco retrodatato la «cricca» del Comune faceva sparire gli interessi maturati in trentuno anni. Le case per le quali sarebbero state chieste tangenti rientravano, infatti, nella sanatoria del 1986, ovvero a quando in Italia correva ancora la vecchia lira. Queste le accuse mosse a carico degli imputati condannati ieri. «Sconti» in cambio di bustarelle da 500 a 5mila euro, consegnavano ai cittadini interessati al condono 1986 bollettini retrodatati che consentivano di non pagare le somme maturate negli anni per via degli interessi. I due, ancora, sono accusati di avere danneggiato il Comune, visto chele cifre reali che non sarebbero poi mai state incassate. Su questo aspetto i giudici ieri hanno stabilito che al Comune di Maddaloni, parte civile, spettano diecimila euro. 

Oltre agli sconti sugli interessi, gli imputati avrebbero però anche manipolato l’iter per la concessione sanatoria rendendo «idoneo» chi non lo era. Della Peruta, difeso dall’avvocato Gennaro Pecoraro, dinanzi al gip all’epoca dell’interrogatorio di garanzia respinse ogni accusa. Spiegò che il bollettino sequestrato in ufficio si trovava lì perché se lo era fatto restituire da Pietropaolo quando si è reso conto di avere commesso una leggerezza. Disse, ancora, di «non avere mai preso soldi Quanto a Pietropaolo, difeso dall’avvocato Aldo Tagliafierro, ha sempre confermato quanto affermò nel corso delle indagini e ammise, parzialmente, gli addebiti. Disse, il tecnico esterno, che dietro le sue richieste di denaro, c’era La Peruta, indicandolo, di fatto, come il regista del mercimonio. 
La sentenza, comunque, non mette la parola fine alla vicenda. Dopo gli arresti, eseguiti nel mese di dicembre del 2017, emersero anche responsabilità a carico di altri quattro dipendenti comunali. Su questo aspetto, la Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, ha ancora in corso gli accertamenti, delegati ai carabinieri della compagnia di Maddaloni.
 
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