Non è una terapia, ma una vera scuola di equitazione. A lezione ci sono tutti: bambini, genitori e persone con diverse abilità, come adolescenti con autismo o su sedia a rotelle. «Mi sono sempre sentito diverso dai miei coetanei, in me c’era qualcosa di speciale, per questo ho sviluppato empatia nei confronti di chi ha una marcia in più che per gli altri, invece, è semplice disabilità». A dirlo, è Claudio Belardo, il «coach», laureato in psicologia, ora istruttore di equitazione, specializzato in sport equestri integrati e paralimpici e chi più ne ha più ne metta. «Ai miei atleti non insegno a vincere coppe, lo trovo poco interessante. Li supporto nel raggiungere la felicità», spiega.
Lui e Carolina sono una cosa sola.
E il corso di Caserta funziona! Per ora ci sono 30 iscritti, ma il numero è destinato a salire, anche perché attraverso il cavallo si possono abbattere tutte le barriere. «Pensiamo a chi si trova sulla sedia a rotelle - spiega Claudio - se sale in sella non noti alcuna differenza con gli altri». Ci vorrebbero più esperienza simili, in Terra di Lavoro. Pensiamo all’agro aversano, dove per raggiungere un traguardo simile c’è bisogno di spazi che spesso non ci sono o, al massino, sono utilizzati per edificare.
Nella città della Reggia qualcosa si muove. E per essere fedele alla mission che la scuola di equitazione Tifatini vuole raggiungere, Claudio si avvale dell’aiuto di Arcangelo Iovine, essenziale per lavorare al meglio. Arcangelo è non udente: è lui a condurre il cavallo mentre Claudio pensa ai ragazzi che lo cavalcano.
«La lezione dura un quarto d’ora, anche per far riposare l’animale che non ha scelto di essere cavalcato», dice Claudio. Questa impresa fantastica è tale grazie alla collaborazione dell’associazione «Il mio mondo esiste onlus». Non solo. Claudio si avvale dell’aiuto di Zaira Vertaldi, medico veterinario che supporta il percorso di benessere dell’animale e poi quello degli utenti, nelle mani soprattutto di Claudio. Zaira svolge questo compito come volontaria. Così come fornisce aiuto gratuito una equipe di psicologhe, amiche di Claudio. Il nucleo del suo corso di equitazione è proprio l’inclusione: le lezioni non sono destinate solo a bambini e adulti con disabilità, ma anche ai normotipici. «La vera inclusione è proprio questa - racconta Claudio - non ci sono barriere né muri fra i bambini e adulti». E infatti, durante l’attività sportiva ci sono anche venti partecipanti normodotati. «Diamo a tutti la possibilità di vedere e partecipare, anche a bordo campo. Ovviamente rispettando i tempi del cavallo». Proprio per tutelare l’animale, Claudio si affida a una istruttrice che durante la settimana accudisce Carolina. C’è una intera squadra, dunque, pronta a cavalcare oltre i confini e i muri della diversità.