Covid a Caserta, la seconda ondata
travolge commissariato e ospedali

Covid a Caserta, la seconda ondata travolge commissariato e ospedali
di Marilù Musto
Venerdì 30 Ottobre 2020, 11:00
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L'ultimo poliziotto esce dal portoncino con il borsone in una mano e gli stivali in un'altra. Chiude il grande cancello del commissariato, si aggiusta la mascherina e torna a casa. Il sipario cala: chiuso il commissariato di polizia di Aversa per Covid 19.

Subito dopo, filtra il comunicato dalla questura di Caserta: 15 su 74 dei poliziotti in organico agli uffici aversani sono risultati positivi al coronavirus e i medici della polizia hanno disposto la serrata dei locali di via San Lorenzo. Quasi un agente su quattro è positivo. «I tamponi eseguiti martedì erano tutti negativi - spiega il questore, Antonio Borrelli - diversamente da quelli di mercoledì». Un'unica luce, negli uffici, è ancora accesa. Dentro, ci sono gli agenti del posto fisso operativo di Casapesenna che garantiscono il funzionamento del commissariato di Aversa: obbligo di firma per chi usufruisce della libertà vigilata, pratiche urgenti. L'aria è spettrale. «Sembra un cimitero», dice il poliziotto. Anche questa storia triste ha il suo leader, e l'agente che chiude il portone lo diventa. Qualche mese fa arrestò un prete pedofilo, poi riuscì a sedare una rissa. Glielo ricorda un collega che lo aspetta proprio davanti al cancello, ma lui non cede alla lusinga e chiede silenzio, da poliziotto a poliziotto. «Dobbiamo resistere», dice. Vanno via. In realtà, Aversa ieri ha superato pure Marcianise (quest'ultima, zona rossa) per numero di contagi: 380 su 359. Cifre troppo alte per l'ospedale «Moscati» di Aversa che non ha un reparto dedicato al Covid. I pazienti dovrebbero solo transitare, ma sostano lì. Come se non si fidassero di andare altrove. La stessa scena pare ci sia stata al Cardarelli, ieri. 

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Anche in ospedale a Caserta, nel reparto Ortopedia, per una paziente trovata positiva sono slittati tutti gli interventi chirurgici.

La verità è che l'agro aversano e i territori-cerniera fra la provincia di Napoli e Caserta - come Marcianise e Orta di Atella - sono stretti nella morsa del contagio. Il Covid-19 bussa alle porte dell'hinterland di Napoli che, per ora, assume la veste del topo risparmiato dal gatto. Il virus non arresta. È un mostro che vive della vita degli altri quando la movida di Aversa, nei weekend, diventa incontrollabile. «Basta, chiudo le piazze!», tuona il sindaco di Aversa, Alfonso Golia. Mentre il tessuto economico di Marcianise stenta a resistere alla crisi, anche economica. 

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Qualcuno ci prova a non darla vinta al virus. Come i coltivatori di tabacco di Marcianise e dintorni che chiedono un confronto alla Philip Morris per una rimodulazione dei prezzi in periodo di crisi. Fra qualche mese inizierà la consegna di tabacco. 

E poi, c'è la zona di Casal di Principe-San Cipriano d'Aversa e Villa Literno. Lì, è il primo cittadino di Casale, Renato Natale, ad alzare la voce. Lui, simbolo della lotta alla camorra, ora è il sindaco-medico sopravvissuto al Covid dopo 60 giorni di isolamento. «Non c'è più tempo, bisogna fare presto se non vogliamo iniziare a celebrare i funerali di chi non ce la farà», scrive in una lettera indirizzata all'Asl di Caserta e al suo direttore Ferdinando Russo. Natale è rientrato due settimane fa dalla lunga quarantena fatta a Milano dove si era recato a fine agosto a trovare la figlia. Ricoverato all'ospedale San Paolo di Milano è stato a un passo dall'essere intubato. Tornato nella sua città dopo cinquanta giorni, si è trovato una situazione molto grave. Sono 218 le persone positive su una popolazione di poco superiore ai 21 mila abitanti, in pratica ogni 104 cittadini c'è un positivo. A Trentola-Ducenta sono 143 i contagiati. A Castelvolturno sono 177, ma c'è una popolazione di immigrati difficile da controllare.

Se resta il punto interrogativo su cosa accade nella base americana Us Navy di Gricignano di Aversa, il primo cittadino di Sant'Arpino, Giuseppe dell'Aversana non si perde d'animo; ha comunicato ieri che per facilitare lo smaltimento dell'immensa richiesta di tamponi molecolari, sabato mattina a Succivo, in «zona depuratori», nei pressi della sede Nato della Us Navy sarà allestito un drive in per effettuare tamponi in auto. Si spera di dare un argine al contagio, mentre si avvicina la possibilità del lockdown. Qui, sarebbe necessario subito.

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