Coronavirus a Caserta:
la Barilla forma, la Ferrarelle dona

Coronavirus a Caserta: la Barilla forma, la Ferrarelle dona
di Enzo Mulieri
Domenica 15 Marzo 2020, 10:00
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È stata accolta con grande sollievo a Caserta l'ufficializzazione del protocollo governativo sulle misure di contrasto al coronavirus nel mondo del lavoro. Ma ad alzare l'asticella delle provvidenze in un periodo così emergenziale, fa di più la Barilla, il gruppo della pasta con uno stabilimento anche a Marcianise e che ha adottato in loco strategie meglio mirate per prevenire il fenomeno virale. Già nel corso dell'ultima settimana ha avviato «sua sponte» un corso di formazione del personale sulla questione della sicurezza, con particolare riferimento ai rischi connessi al diffondersi dell'epidemia e alla tutela della salute. Chiamando in causa in questo modo delegati sindacali, i responsabili Rls, tutti i dipendenti, circa 150 in pianta organica.

Per garantire il massimo coinvolgimento in house, Barilla ha pure previsto una specifica organizzazione del lavoro, tant'è che lezioni applicative si sono tenute presso i diversi impianti, nei luoghi di aggregazione, sinanche presso la sala mensa dello stabilimento. «Si è trattato di un caso unico nel suo genere - ha riconosciuto la segretaria provinciale della Fai Cisl, Maria Perrillo - perché i dipendenti hanno avuto coscienza e conoscenza delle azioni di prevenzione da porre in essere in fabbrica per un interesse comune». Di qui un'attività più puntuale e sicura che metterà Barilla nelle condizioni di superare un periodo a dir poco complicato, per monitorare una più consona valorizzazione delle risorse umane, soprattutto per sostenere una fase che dovrà vedere una forte presenza del gruppo sul mercato (è aumentata la vendita di pasta made in Italy per una percentuale dell'undici per cento).
 

Il comparto alimentare, insomma, è quello che nel territorio si difende meglio dal virus. Nel settore nessuna chiusura in vista, ci sono pure nuove iniziative di taglio sociale nel territorio, come avviene per la Ferrarelle di Riardo. La nota azienda delle acque minerali è salita infatti alla cronaca in questi giorni per avere annunciato la donazione di 200mila euro per fronteggiare l'emergenza coronavirus. «Una scelta immediata ed efficace per rispondere alle necessità del momento - si legge in un comunicato della società - è questo il senso della decisione presa dal gruppo a favore delle strutture ospedaliere che risiedono nei territori di competenza produttiva. Una ripartizione equa tra le due realtà che ne beneficeranno, l'ospedale Cotugno di Napoli e la raccolta fondi per gli Spedali di Brescia. Si tratta di un gesto semplice che testimonia l'impegno concreto di Ferrarelle che da sempre entra nelle case degli italiani con i suoi prodotti, arricchendo ogni nostra goccia d'acqua di responsabilità sociale». Tanto va doverosamente registrato sotto il profilo della solidarietà, ma sotto il profilo industriale, come ricorda Gaetano Laurenza della Uila, l'azienda ha già conseguito dallo scorso anno ottimi risultati grazie al nuovo sito di Presenzano destinato al riciclo e al riuso dei rifiuti in plastica. Oltretutto a Riardo, miglioramenti ulteriori si preannunciano pure dal punto di vista occupazionale con almeno 26 operai stagionali pronti a tornare al lavoro.

Qualche incertezza di troppo invece va riportata per quel che riguarda aziende di eccellenza come Hbc Coca Cola, dove la cassa integrazione è stata aperta di recente per 170 addetti al marketing, ma dove pesano anche le decisioni normative che saranno definite per il combinato disposto plastitax e sugartax. Non è un momento felice neanche per la Parmalat di Piana per le difficoltà che incontra il mercato del latte fresco, così come in affanno si ritrova la Iffco nell'area industriale di Marcianise tant'è che proprio in questi ultimi frangenti è stata costretta a richiedere la cig. Programmi sempre piu effervescenti, invece, per Acqua Lete che annuncia per il 24 marzo il nuovo format pubblicitario, dal titolo «Vita da cellule». 
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