Coronavirus a Caserta, immigrati illegali
in isolamento: il baratro della fame

Coronavirus a Caserta, immigrati illegali in isolamento: il baratro della fame
di Vincenzo Ammaliato
Venerdì 13 Marzo 2020, 08:35
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La presenza dell'Esercito nei quartieri di Pescopagano e di Destra Volturno per controllare la grossa comunità d'immigrati che vive in zona al rispetto delle disposizioni governative per la riduzione della diffusione del coronavirus. A chiedere i soldati è Luigi Petrella, sindaco di Castel Volturno, che ha inviato una specifica e formale richiesta non al governo, o al ministro della Difesa, ma a Vincenzo De Luca, il governatore della Regione Campania. «Con le scarse risorse a disposizione dice il primo cittadino riusciamo con grossi sacrifici a coprire appena i residenti. Stiamo passando quasi quotidianamente in tutte le attività commerciali presenti lungo i ventisette chilometri lineari del territorio. Il comando vigili non riesce materialmente a fare anche altro. E proprio a causa della grossa presenza di stranieri, per lo più irregolari, c'è più di uno specifico rischio sanitario che potrebbe riguardare non solo la nostra città, ma coinvolgere l'intera regione».

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Al momento, al netto di una lunga serie di tamponi, poi risultati tutti negativi, a Castel Volturno non si è verificata alcuna positività al Covid19, ma la stratificazione della zona, con migliaia di persone che vivono a Castel Volturno provenienti da circa settanta nazioni al mondo, suscita inevitabilmente preoccupazioni per un contagio su grande scalo. Tuttavia al momento per l'area le istituzioni non hanno predisposto alcun piano straordinario. E al netto del rischio sanitario c'è un altro aspetto che mette agitazione alla zona, peraltro un allarme reale e che riguarda sempre la comunità di stranieri irregolari che si trova a Castel Volturno, la più grande d'Europa. Si tratta di circa 10mila persone, ma c'è anche chi ritiene siano 15mila, che si sono autorecluse nelle case dei quartieri ghetto di Castel Volturno e Pescopagano. Immigrati che solitamente cercano lavoro sulle strade della provincia nord di Napoli come braccianti, manovali o anche le elemosina all'esterno delle attività commerciali. Gente che quando riesce a trovare lavoro guadagna trenta euro al giorno, al nero e senza alcun contributo. Questi soldi sono per metà accantonati per i costi dell'affitto del posto letto e per le spese indispensabili, la parte che resta è spesa per le esigenze alimentari. Da domenica tutte queste persone non lavorano più e chi aveva dei piccoli risparmi ha fatto provviste di alimenti preoccupati dal rischio contagio.
L'ALLARME
«Ma nel giro di una settimana denuncia Daniele Moschetti, missionario comboniano finiranno sia le provviste, sia i piccoli risparmi messi da parte. A quel punto chi li aiuterà tutti questi ragazzi? Chi li offrirà almeno un pasto al giorno? Come faranno a sopravvivere senza una rete familiare e sociale che li sostiene?» La situazione appare oggettivamente drammatica, come confermato anche dal pastore della chiesta pentecostale africana di via Buonarroti a Pescopagano, Christopher, secondo cui: «Così come gli italiani anche i miei connazionali adesso hanno paura e non escono più di casa a causa del virus. Chi ha potuto ha fatto provviste ai supermercati prima dell'autoreclusione. Ma le scorte stanno già finendo e non c'è possibilità di rimpiazzarle. perché sono finiti i soldi. Peraltro, noi pastori abbiamo chiuso anche le Chiese, e adesso la comunità non ha più alcun punto di riferimento». Il Fernandes, il centro della curia che è l'unica struttura che prepara pasti per gli indigenti, fino a prima della crisi da Covid19, riusciva a sfamare cento persone al giorno (anche italiani). Adesso è a 50 pasti. E gli immigrati che potrebbero aver bisogno di aiuto a Castel Volturno dalla prossima settimana potrebbero essere più di 10mila. Insomma, se continua l'isolamento non ci sarà alternativa e la condizione di un esercito di persone alla ricerca di cibo non sarà più solo un'ipotesi. Cosa faranno le istituzioni a quel punto? Pasquale Marrandino, presidente del consiglio comunale, ha fatto sapere di aver avvisato la prefettura di Caserta. Si starà studiando un piano d'interventi, o si agirà solo quando sarà scoppiata l'ennesima emergenza?
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