Coronavirus a Caserta, Villa delle Magnolie:
gli ultimi 4 positivi trasferiti a Maddaloni

Coronavirus a Caserta, Villa delle Magnolie: gli ultimi 4 positivi trasferiti a Maddaloni
di Ornella Mincione
Venerdì 10 Aprile 2020, 08:32 - Ultimo agg. 12:09
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Sono quattro i pazienti positivi al Covid 19 che sono stati dimessi da Villa delle Magnolie e ricoverati ieri all'ospedale di Maddaloni. Tutti i restanti pazienti, come anticipato, sono rientrati nelle loro abitazioni e, dove necessario, dato che si tratta di una struttura dedicata alla riabilitazione, l'Asl di Caserta ha assicurato l'assistenza domiciliare.


Intanto aumentano i casi di guarigione nella provincia di Caserta che, dai 46 dell'altro ieri, arrivano a 69, stando al report ufficiale dell'azienda sanitaria locale. Purto il sindaco di Sant'Arpino annuncia la morte di un suo concittadino all'ospedale di Maddaloni. In totale i casi positivi dall'inizio dell'emergenza ad oggi sono 351, ovvero due in più rispetto all'altro ieri, oltre a un caso ancora non collocato per competenza di Asl: dovrebbe appartenere a Caserta. Le tabelle ufficiali dell'azienda casertana, comunque, riportavano la distribuzione dei casi positivi, 271 reali fino a ieri. E leggendo questa distribuzione, il comune con più casi positivi ora è Marcianise, con 17 persone affette da coronavirus. Santa Maria Capua Vetere scende a 12 pazienti e Aversa a 15. Caserta invece è a quota 16. Numeri diversi da quelli erogati in precedenza perché vengono riconteggiati i casi positivi, escludendo i decessi e le guarigioni. Per ora i decessi restano a quota 32, mentre le persone in quarantena obbligatoria sono 381 e quelle in autoisolamento fiduciario a 2549. Il tutto in una quadro di 4.422 tamponi processati.

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I quattro degenti di Villa delle Magnolie di Castel Morrone sono arrivati ieri all'ospedale Covid di Maddaloni, dopo la sospensione e la dimissione dei pazienti disposte dal direttore generale dell'Asl di Caserta Ferdinando Russo. Sospese anche le attività della struttura dove, in questo momento di assenza di ospiti e operatori, avverrà la sanificazione degli ambienti. Intanto è proprio il direttore Russo che, non solo conferma l'apertura del nuovo reparto all'ospedale di Maddaloni, ma dichiara anche che «i 25 posti letto diventeranno 30. Una volta finita l'emergenza la struttura ospedaliera si ritroverà con un reparto ristrutturato e dotato di numerosi posti letto». Proprio nell'ambito di questa strategia di potenziamento della rete territoriale, l'Asl pubblicò un avviso urgente il 23 marzo per reclutare 20 infermieri per sei mesi o anche di più, in ragione della durata dell'emergenza. È stata pubblicata la graduatoria delle domande: sono giunte all'azienda 590 domande e ora ai primi venti verranno assegnati i contratti di sei mesi per operare nei punti assistenziali Covid. Anche presso l'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano si rafforza la rete assistenziale. Ieri, infatti, sono arrivati i mezzi che hanno depositato il materiale edile per costruire il modulo di Terapia intensiva da 24 posti letto ed è stato perimetrato il terreno su cui insisterà la struttura, proprio nella parte retrostante del parcheggio, il cui ingresso è in via La Pira.
LE TUTELE
Nel frattempo, da parte dei rappresentanti aziendali di Cgil Fp e Fials arriva la proposta rivolta a tutti i lavoratori di indennità per l'emergenza Covid 19. Riguarderebbe in particolare gli operatori sanitari del comparto. Le sigle chiedono un incontro con i lavoratori per delineare i punti di tali proposta, già studiati da loro, e quindi per poterne poi discutere per conto dei lavoratori stessi con i vertici aziendali. «A Caserta servono subito i dispositivi di protezione individuale (Dpi) integrali per tutti i medici di emergenza sanitaria e ospedalieri impegnati sui pazienti sospetti e affetti da coronavirus». Lo affermano, ricalcando quanto già avvenuto a livello nazionale nei confronti della Protezione civile, i rappresentanti del Patto Federativo di Caserta, Cimo - Filippo Topo, Fesmed - Salvatore Gargiulo, Anpo-Ascoti Fials Medici - Vincenzo De Rosa, che denunciano la carenza di questi dispositivi nei servizi di emergenza territoriale 118 e nei pronto soccorso ospedalieri, sostituiti per lo più da presidi sanitari non idonei.
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