Coronavirus in carcere, rivolte «a orologeria»
dopo il primo detenuto contagiato

Coronavirus in carcere, rivolte «a orologeria» dopo il primo detenuto contagiato
di Mary Liguori
Martedì 7 Aprile 2020, 08:30 - Ultimo agg. 13:46
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Procede come una eco. Rimbomba di cella e in cella, poi viaggia di carcere in carcere. Infine coinvolge i familiari che sono fuori e, senza collegamenti ufficiali diretti con l’interno dei penitenziari, al solito, sono informati in tempo reale su quanto accade dentro i padiglioni dove sono reclusi i loro parenti. 
 

 

La giornata di domenica è stata tra le più calde per le carceri campane da quando è iniziata l’emergenza coronavirus. Sia nelle grandi carceri che in quelle di media o bassa sicurezza, si sono registrate proteste, Come avvenuto tra il 7 e il 9 marzo, i tumulti non sono scoppiati contemporaneamente, ma in rapida successioni gli uni dagli altri. Le proteste e sono iniziate ieri mattina, con la «battitura» delle sbarre, nell’istituto penitenziario di Napoli Secondigliano. La protesta è partita in seguto alla divulgazione di una fake news circa un caso di positività all’interno del carcere, notizia falsa nata sulla base di un soccorso prestato a un recluso asmatico che, peraltro, già in serata non aveva più la febbre. Poche ore dopo, a Santa Maria Capua Vetere, si è diffusa la notizia di un detenuto risultato affetto da coronavirus trasferito, il giorno precedente, al Cotugno di Napoli. In questo caso, l’informazione era corretta ed stata anche confermata dal garante dei detenuti campani, Samuele ciambriello. Poche ore dopo, era ormai sera, i detenuti dei reparti Nilo e Tevere, hanno iniziato una protesta che ha poi coinvolto altri reparti fino a mezzanotte e mezza, Ieri mattina una seconda rivolta. Sempre domenica sera, episodi di battitura alle inferriate si sono registrate anche nel carcere avellinese di Ariano Irpino, istituto collocato, peraltro, in una delle «zone rosse» decretate dalla Regione Campania nell’ambito dei provvedimenti emessi per contenere la pandemia da covid-19 Nelle stesse ore, anche gli ospiti della casa di reclusione di Aversa inscenavano la loro protesta calamitando in zona un considerevole spiegamento di forze dell’ordine chiamate a prevenire eventuali tentativi di fuga da un carcere che certo non spicca per inespugnabilità. 
 

Mentre tutto ciò accade, c’è chi procede su un altro binario. E sono i detenuti del reparto Volturno di Santa Maria Capua Vetere si sono resi protagonisti di una lodevole gesto di beneficenza. Dopo la lettera in cui, la settimana scorsa, ringraziavano tutti gli operatori sanitari che stanno lottando in prima linea contro la pandemia, hanno infatti raccolto 2500 euro che hanno devoluto alla Protezione civile. Un gesto di grande umanitàin un momento in cui, al netto delle speculazioni, la popolazione carceraria vive una fase di grande difficoltà e paura.
 

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