Covid a Mondragone, anziani allo stremo
nella zona rossa: «Aiutateci»

Covid a Mondragone, anziani allo stremo nella zona rossa: «Aiutateci»
di Pierluigi Benvenuti
Venerdì 3 Luglio 2020, 08:15 - Ultimo agg. 12:56
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La situazione a Mondragone e intorno ai palazzi ex Cirio è tornata finalmente tranquilla, dopo gli scontri e le polemiche dell'ultima settimana. Sono pochi i curiosi che continuano ad avvicinarsi. Restano le forze dell'ordine e i militari chiamati a vigilare sul rispetto del cordone sanitario. Restano, soprattutto, i residenti, a cui è stato imposto l'isolamento domiciliare fino al sette luglio. La situazione comincia a farsi difficile. Non solo per le alte temperature ma per il peso psicologico del nuovo lockdown dopo quello vissuto nel pieno della pandemia, come spiegano, a debita distanza, alcuni abitanti del parco mentre passeggiano nei viali interni. La Protezione civile e la Croce rossa assicurano assistenza e distribuzione dei pacchi alimentari.

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Non mancano le situazioni difficili. Come quella di Carmela, ottant'anni, che vive da sola al nono piano di uno dei cinque palazzi. Necessità di assistenza. Soffre di asma, pressione alta, vuoti di memoria e deve indossare delle calze contenitive per prevenire il rischio di trombosi. «Con mio marito abbiamo cercato in tutti i modi di farle prestare assistenza. Invano. Ha ricevuto spiega la nuora, Debora il primo pacco dopo una settimana. Ieri le hanno recapitato le medicine. In 10 giorni sono andati a visitarla solo due volte. Adesso ci hanno detto che non possono più andare a darle assistenza». Che poi nel suo caso significa essere aiutata a indossare e togliere le calze contenitive. Da ieri la signora Carmela, per protesta, rifiuta il pacco alimentare e ha iniziato lo sciopero della fame. «Siamo preoccupati. Non sappiamo a chi rivolgerci e noi non possiamo salire, contrariamente a quanto accaduto durante il lockdown» conclude la nuora.

Resta anche la preoccupazione per le ricadute sull'economia del focolaio di Covid-19. Accresciuta dopo la chiusura l'altro giorno di due aziende agricole, una a Mondragone e l'altra a Falciano del Massico, dove si sono registrati alti contagi tra i dipendenti. L'asintomaticità dei nuovi positivi non ha agevolato i controlli. Le due aziende sono ubicate al confine tra i due comuni, in una sorta di distretto agricolo con decine di imprese che danno lavoro a centinaia di addetti per un fatturato annuo globale che sfiora i cento milioni di euro. «Se riusciamo a isolare il virus, come stiamo facendo, e rispettiamo i protocolli sanitari, il danno d'immagine sarà circoscritto» spiega il sindaco di Falciano del Massico, Erasmo Fava. Il quale aggiunge: «C'è paura, ma la popolazione ha reagito con senso di responsabilità, collaborando con le istituzioni per contrastare l'espandersi del focolaio».
 


Sul fronte della balneazione si moltiplicano gli appelli degli operatori del settore ai turisti: «Mondragone tutta, gli stabilimenti balneari, i ristoranti e le attività commerciali della città sono regolarmente aperti e pronti ad accogliere tutti in sicurezza e tranquillità» afferma Salvatore Brodella, titolare del lido Dragon Beach.

A Mondragone, dopo la visita di Salvini e la pubblicazione dei nomi di 18 positivi al coronavirus, è forte la polemica politica.
Per l'ex sindaco Giovanni Schiappa «è doveroso chiedere le dimissioni del sindaco. L'incapacità la fa da padrona e la superficialità regna sovrana. L'approssimazione è figlia del desiderio elettorale del consigliere regionale che pilota la maggioranza». Chi ha rassegnato le dimissioni invece è il coordinatore del nucleo cittadino della Protezione civile, Aldo Santamaria. È finito nel mirino delle polemiche per gli scontri in occasione della visita di Salvini a Mondragone, per aver istigato, secondo il centrodestra, le contestazioni. Il sindaco Pacifico ha nominato al suo posto Massimo Giovannoli, coordinatore ad interim.

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