Il Comune di Aversa nella bufera: la Corte dei Conti chiede tre milioni di euro

Sindaci, assessori e dirigenti chiamati a risarcire un danno di tre milioni di euro

Alfonso Golia
Alfonso Golia
di Nicola Rosselli
Lunedì 12 Dicembre 2022, 11:00
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Continua la suspense sull'esito dell'appello proposto dagli amministratori e dai dirigenti del Comune di Aversa contro la sentenza della Corte dei Conti. Sentenza che li ha visti condannati al risarcimento di somme ingenti. È stata, infatti, rinviata, qualche giorno fa per assenza giustificata di alcuni difensori, al prossimo 19 gennaio l'udienza di appello contro le condanne in primo grado da parte della Corte dei Conti per due ex sindaci: Domenico Ciaramella ed Enrico De Cristofaro, per gli ex assessori al Patrimonio, Romilda Balivo e Nicla Virgilio e due dirigenti, Alessandro Diana e Stefano Guarino.

Il ritorno alla ribalta della cronaca di questa vicenda, però, rischia di riflettersi su quella più attuale con i giudici contabili che hanno prescritto all'attuale amministrazione guidata dal sindaco Alfonso Golia di riapprovare i conti consuntivi degli anni 2017 e 2018 e il bilancio programmatico 2022 2024.

Il tutto, con l'intento di prendere atto di un'errata apposizione tra le poste attive dello strumento contabile di cifre non più esigibili perché riferite a tributi di difficile esazione. L'amministrazione Golia discuterà di questa vicenda nella seduta di consiglio comunale convocata per il 19 dicembre dove dovrebbe essere approvato anche un piano di rientro per evitare la dichiarazione di dissesto. Un'approvazione non del tutto scontata: qualcuno dei 13 consiglieri della maggioranza potrebbe defilarsi per timore di eventuali possibili ripercussioni dovute a responsabilità patrimoniali personali, proprio come la sentenza di condanna per gli immobili di San Lorenzo insegna.

Un danno di circa 3 milioni di euro. Questo quanto erano chiamati a risarcire sindaci, assessori e dirigenti, quasi tutti ex, dalla Corte dei Conti per canoni mai riscossi e occupazioni abusive dei 136 alloggi di proprietà del Comune in via San Lorenzo. La sezione napoletana della Procura contabile aveva contestato un presunto danno erariale da 2,7 milioni di euro per il periodo 2009-2013, su un buco accertato, però, di oltre 16 milioni cominciato già all'inizio degli anni '90, di cui gran parte è andata in prescrizione, per «la cattiva gestione di 136 alloggi comunali popolari in via San Lorenzo, quasi tutti occupati abusivamente e per i quali non sono mai stati riscossi i relativi canoni di locazione». In sostanza, amministratori e dirigenti non avrebbero messo in campo un impegno per recuperare le somme o liberare gli alloggi popolari. Condannati due ex sindaci, due ex assessori al Patrimonio e tre dirigenti al Patrimonio. Dall'inchiesta era stato escluso il defunto sindaco Giuseppe Sagliocco perché, in questo caso, la contestazione non è trasmissibile agli eredi. 

L'inchiesta era stata condotta dal viceprocuratore generale Ferruccio Capalbo, sotto il coordinamento del procuratore regionale Michele Oricchio, e delegata alla guardia di finanza di Aversa. Nello specifico, questo quanto statuito dalla sentenza impugnata: per gli ex sindaci Domenico Ciaramella (2002-2012) 216mila euro e Domenico (Enrico) De Cristofaro (2016-2019) 150mila euro. Gli ex assessori al Patrimonio Romilda Balivo (2010-2012) per 62mila euro e Nicla Virgilio (2012-2014) per 120mila euro. I dirigenti dell'Ufficio Patrimonio Alessandro Diana (2012-2015) per 154mila euro e Stefano Guarino, dirigente ad interim del Patrimonio (2015-2017 e dal 2017 a oggi) per 108mila euro. «Dagli accertamenti effettuati scriveva il pm è emerso comprovato che per un lunghissimo arco temporale non sono stati riscossi i canoni». 

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