Marciapiedi invasi da tavolini e sedie,
anche la panchina diventa «privata»

Marciapiedi invasi da tavolini e sedie, anche la panchina diventa «privata»
di Claudio Coluzzi
Lunedì 10 Maggio 2021, 08:55 - Ultimo agg. 09:19
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La foto simbolo di quanto sta accadendo a Caserta, riguardo l'occupazione di suolo pubblico, è quella qui a lato. Un bar in via Alois ha incluso non solo il marciapiede ma anche una panchina pubblica nello spazio riservato ai suoi clienti. Ha infatti sistemato sulla panchina un materassino per renderne più comoda la seduta (a dire il vero l'effetto estetico è gradevole) e tutt'intorno ha posizionato i suoi tavolini e sedie. La domanda è: se un passante qualsiasi si siede sulla panchina «adottata» il titolare del bar che fa? Gli chiede cosa desidera e, come accade ad un tavolino di ogni bar, se non desidera nulla, deve andare via. Quindi la panchina pubblica diventa spazio privato, come del resto stanno diventando spazi privati di bar e locali la maggior parte dei marciapiedi del centro. La differenza tra lo spazio privato e l'occupazione di suolo pubblico (anche a titolo gratuito) sta nel fatto che il Comune deve autorizzare quali spazi ciascuno può occupare. Per lo spazio privato ognuno fa come meglio crede. È intuitivo che la differenza non è di poco conto.

Quindi viene da chiedersi: è il Comune che autorizza i commercianti ad occupare come meglio credono i marciapiedi costringendo i pedoni a camminare per strada o impedendogli di sedersi sulle panchine? Delle due l'una. O queste occupazioni non sono autorizzate (e il Comune non controlla) o se sono autorizzate, certamente lo sono in barba al regolamento comunale per l'occupazione del suolo pubblico che prevede tutt'altra cosa. Giusto per fare un secondo esempio in Corso Trieste un altro titolare di un bar ha messo i tavolini e anche due piante sulla sede stradale (come si vede in foto di cui una sulle strisce pedonali).
La situazione di caos è generalizzata.

Ieri mattina tutti i marciapiedi del centro storico di Caserta erano occupati «a discrezione» da sedie e tavolini. Il che fa pensare che chi si sveglia prima si prende lo spazio che vuole.

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La questione non è di poco conto. Perchè, in seguito all'emergenza Covid, il governo ha autorizzato i Comuni a concedere spazio a titolo gratuito ai titolari di locali. E, per compensare i minori introiti, fornisce dei ristori economici ai Comuni. La cosa dovrebbe quindi funzionare così: il titolare del bar chiede, indicando su una piantina quali spazi aggiuntivi intende occupare, il Comune lo concede, lo Stato rimborsa il Comune. I vigili controllano che ci sia rispondenza tra quanto concesso e quanto occupato. È evidente che le panchine, la sede stradale, lo spazio necessario a far camminare i pedoni sui marciapiedi, sono esclusi da questa operazione. A meno che il Comune non faccia una bella ordinanza con una sola riga di testo: fate un pò quello che volete. Rinunciando, con buona pace del dissesto, ad un introito per le casse pubbliche.
 

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