Crisi Covid, il carovita galoppa:
mangiare adesso costa di più

Crisi Covid, il carovita galoppa: mangiare adesso costa di più
di Domenico Zampelli
Venerdì 16 Aprile 2021, 08:26
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Caserta, come corre l'inflazione! I prezzi aumentano, più che nelle altre province campane, più della media nazionale, specie in alcuni settori strategici. I numeri forniti ieri dall'Istat e relativi al mese di marzo, che hanno sostanzialmente confermato le stime preliminari, sono chiarissimi. Se in Italia si può parlare di lieve accelerazione dell'inflazione, con un aumento dello 0,3% su base mensile rispetto al mese di febbraio, in Campania possiamo dire che tanto lieve non è, atteso che l'incremento è dello 0,4% mentre a Caserta lieve non è per niente, visto che con lo 0,6% viene raddoppiato il dato nazionale.

Che cosa succede? Partendo dalla considerazione che le categorie più interessate sono quelle legate ai beni alimentari o comunque ad alta frequenza d'acquisto possiamo immaginare due scenari: il primo, meno ottimistico, per il quale gli esercenti si sono visti costretti, per provare a quadrare i conti, ad aumentare un po' i prezzi, più che nel resto d'Italia.

Anche perché in zona rossa si può vendere meno. È altrettanto vero, però, che se non ci fosse chi compra, i prezzi non potrebbero aumentare. E allora siamo autorizzati a ipotizzare una piccola capacità di spesa in più, segno di un'economia che dopo avere toccato il fondo prova a rialzarsi. Questo è vero, e sarà vero, finché l'inflazione non supererà il 2%, perché oltre tale soglia scatta l'allarme legato ad un eccessivo aumento dei prezzi. Ma andiamo a vedere, settore per settore, l'andamento della provincia.

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Qui c'è il dato di controtendenza più forte rispetto ai numeri nazionali. Se in Italia, infatti i prezzi degli alimentari e delle bevande analcoliche sono rimasti stabili, in Campania c'è stato un aumento dello 0,4%. Niente, rispetto all'incremento dello 0,9% fatto registrare a Caserta. Segno opposto, invece, se consideriamo le bevande alcoliche. In calo a livello nazionale, in aumento nella provincia di Caserta. I tabacchi, invece, mettono tutti d'accordo, con un lieve aumento questa volta omogeneo a livello nazionale.


La forbice, però, si apre nuovamente se andiamo alla voce che raccoglie abbigliamento e calzature. Da queste parti non c'è stato alcun effetto saldi, e in zona rossa sarebbe stato difficile. Così, se in Italia i prezzi dell'abbigliamento si mantengono stabili e quello delle calzature tende a diminuire, a Caserta la lancetta proietta decisamente in su. Basti pensare, con riferimento al settore calzature, che nell'ultimo mese i prezzi in Italia sono diminuiti dello 0,2%, mentre a Caserta sono invece aumentati dello 0,6%.



Due velocità anche per quanto riguarda la manutenzione della casa. Settore che a livello nazionale ha visto un incremento dei prezzi pari allo 0,2%, mentre nella nostra provincia l'aumento è stato dello 0,7%. Stessa situazione dentro e fuori casa: nel settore del giardinaggio, infatti, la dinamica descritta dall'Istituto di Statistica è stata la stessa. Ma non tutto è aumentato, fortunatamente. Anche a Caserta c'è qualcosa che cala di prezzo: ad esempio gli apparecchi telefonici o i prodotti legati all'informatica, che in questo caso seguono la tendenza che emerge a livello nazionale.


Quello che ha unito l'Italia nel mese di marzo, e che con tutta probabilità ritroveremo anche ad aprile, è la voglia di uscire, di evadere. Per molti è bastata una passeggiata in concomitanza con le belle giornate, ma c'è chi ha approfittato per prenotare pacchetti vacanza. L'incremento percentuale fatto registrare dal settore è superiore al 5%, senza differenze a livello provinciale, regionale o nazionale. E chi non ha potuto viaggiare fisicamente, magari ha provato a farlo con un po' di fantasia: finalmente è in ripresa il dato relativo alla vendita di libri, ed anzi Caserta nel comparto che comprende anche i giornali va meglio rispetto alla media regionale. Piccolo incremento anche per i prodotti legati alla cura della persona, che tornano in terreno positivo dopo i dati negativi del mese di febbraio.

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