Covid a Caserta, è allarme feste di Natale:
«Case affollate: addio a distanze e regole»

Covid a Caserta, è allarme feste di Natale: «Case affollate: addio a distanze e regole»
di Ornella Mincione
Martedì 5 Gennaio 2021, 08:35 - Ultimo agg. 19:29
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«È possibile che le strade siano state vuote, ma troppe persone hanno festeggiato in casa, senza curarsi del distanziamento o del limite di persone imposto dalla norma». La presidente dell'Ordine dei medici di Caserta Erminia Bottiglieri commenta così questi giorni di festa in zona rossa. «Erano tantissimi i video sui social di famiglie numerose che in casa si sono riunite per le feste - commenta la presidente dei medici -. Anche coloro che abitano nello stesso quartiere o nello stesso palazzo alla fine si sono riuniti, in barba alle norme. Le restrizioni hanno limitato di fatto le persone già coscienziose di per sé: sono state misure molto limitate». In effetti, a ben guardare, la diffusione del contagio comunque c'è stata, nonostante il lockdown imposto a livello nazionale e regionale. Sebbene negli ultimi due giorni siano stati osservati bassi numeri di nuovi positivi, il virus ha continuato a infettare.

Ieri sono stati, ad esempio, stando al report ufficiale dell'Asl, 110 i contagiati in provincia di Caserta e ora sono 4.247 coloro che vengono curati presso le loro abitazioni o presso i Covid Hospital del territorio. Registrate, per fortuna, anche 231 guarigioni, per un totale di 31.220 guariti dall'inizio della pandemia. Un ottimo risultato se non fosse per il continuo aggiornamento del numero dei decessi. Solo ieri sono stati 10 quelli certificati dall'Asl casertana, per un totale di 456 pazienti morti infetti dal virus. «Il contagio delle persone che oggi decedono è stato contratto probabilmente tre settimane fa - spiega la presidente Bottiglieri -. Si sa che il numero dei decessi è l'ultimo a diminuire, finché non c'è un abbattimento totale del contagio».

Quello che preoccupa di più è però proprio il contagio.

Tanti i rischi e tanti i momenti in cui i cittadini potrebbero rischiare di restare infetti. «Ho notato che in tantissimi erano felici di pubblicare foto e video della famiglia riunita senza considerare l'importanza della distanza in questo momento - continua ancora la presidente dei medici di Terra di Lavoro -. Tali riunioni si sono svolte anche in piccole stanze, in piccoli appartamenti, con un ulteriore aumento del rischio del contagio».

Intanto continua l'attività vaccinale dell'Asl e dell'azienda ospedaliera casertana. Stando al dato aggiornato alle 16.24 dell'Azienda sanitaria di Caserta, sono stati 3.240 gli operatori vaccinati cui si aggiungono quelli dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano (di numero nettamente inferiore rispetto quelli dell'Asl). In particolare, nella giornata di ieri all'ospedale di Marcianise sono state somministrate 486 dosi, ad Aversa 344, al presidio di Sessa 131, a Piedimonte Matese 112 mentre al Covid di Maddaloni 108 dosi.

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«È importante che ora i cittadini capiscano che non bisogna abbassare la guardia perché c'è il vaccino - dice la presidente dell'Ordine dei medici di Caserta -. Gli effetti della campagna vaccinale che si sta svolgendo ora e nei prossimi mesi li avremo fra un anno, quindi a partire dal dicembre 2021. Inoltre, bisogna considerare se il crono programma viene rispettato, se tutte le dosi arrivano nei tempi stabiliti e tutta una serie di fattori che non può e non deve portare ad un rilassamento da parte dei cittadini». Tornando sulle riunioni familiari, «le misure non possono far nulla di più, anche se fa riflettere che da un lato si chiudono bar e ristoranti, distruggendo un intero settore economico e poi tanta gente si ritrova nelle case senza limitazioni. Probabilmente in ristorante ci sarebbero state più sicurezze rispetto al restare in un piccolo appartamento a con altri membri della famiglia».
Anche la giornata di ieri, unico giorno arancione tra tanti rossi, «non serve a molto perché la gente dopo tanti giorni di chiusura si è riversata in strada in massa, aumentando il rischio di contagio in una sola giornata libera», conclude Bottiglieri. 

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