Scomparse le lunghe file di ambulanze davanti ai Pronto soccorso degli ospedali della provincia: è questo il primo riflesso del miglioramento dell'offerta di posti letto Covid di cui ha parlato il direttore generale dell'Asl di Caserta Ferdinando Russo nei giorni scorsi. È stato proprio il manager a dichiarare che non c'è più il «tutto pieno» nei reparti Covid e che alcuni letti sono di nuovo disponibili. «È un effetto domino che nasce anche dall'apertura delle strutture private accreditate che hanno messo a disposizione alcuni posti», dice il segretario provinciale della Uil Fpl Domenico Vitale informando che «ora è molto più veloce lo sbarellamento dei pazienti dalle ambulanze verso il posto letto in reparto». Dunque, la disponibilità delle cliniche private sta dando i suoi frutti.
Da non dimenticare, però, che intrecciato a questo fattore c'è anche l'andamento calante del contagio, confermato anche dai dati pubblicati ieri dall'Asl casertana.
«Senza l'aiuto delle cliniche probabilmente la situazione non si sarebbe alleggerita così», commenta Vitale della Uil Fpl. Ad oggi le strutture a disposizione sono Santa Maria della Salute, Clinica Padre Pio e Pineta Grande. Sembrerebbe che si stia attrezzando anche la clinica San Michele di Maddaloni. «I pazienti sono divisi in categorie: A è la fascia dei pazienti intubati, più gravi; B è quella dei pazienti positivi al Covid, asintomatici ma chirurgici, e di quelli che hanno un lieve peggioramento della polmonite, che hanno bisogno di un aiuto; nella C rientrano coloro paucisintomatici (con pochi sintomi) che non vivono in condizioni di garanzia per l'isolamento che necessitano. Ora, la parte dei pazienti B che hanno bisogno di una ventilazione non invasiva e i pazienti C sono stati assorbiti dalle cliniche private, liberando letti della degenza ordinaria», spiega il referente della Uil Fpl. «Il problema però che non è stato risolto sono i tempi di sanificazione delle ambulanze - continua Vitale -. Continua ad essere soltanto Caivano il centro per l'Asl di Caserta e Napoli 2 e 3. A questo tempo va aggiunto quello per il ritiro dei kit di protezione. Ne viene consegnato soltanto uno a intervento costringendo un'ambulanza a compiere più viaggi verso e di ritorno da Aversa soltanto per il ritiro del kit necessario a un solo intervento. Sarebbe molto più sintetico dare una quantità minima alla postazione in modo da poter essere immediatamente pronta per affrontare l'intervento». Tra i vari problemi, quindi, sembra sia stato risolto quello che sembrava più difficile da risolvere, ovvero il trasferimento del paziente al posto letto del presidio.