Due decessi per Covid
​a Caserta: non erano vaccinati

Due decessi per Covid a Caserta: non erano vaccinati
di Ornella Mincione
Mercoledì 6 Ottobre 2021, 08:31
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«La maggior parte dei decessi riguarda pazienti non vaccinati. Purtroppo, non si tratta solo di persone anziane». A dirlo è il capo del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl di Caserta Giancarlo Ricciardelli. Anche i due decessi riportati ieri nel bollettino dell'azienda sanitaria casertana sono pazienti che avevano scelto di non aderire alla campagna vaccinale: uno di questi era ricoverato al Cotugno di Napoli, mentre l'altro al Covid Hospital di Maddaloni. «Purtroppo ci sono scelte che poi ricadono sulla stessa salute dei pazienti e noi non possiamo imporre certo nulla. Tuttavia i dati sono chiari. Gli ultimi decessi, ad esempio dal primo ottobre scorso, sono relativi a persone non vaccinate», commenta il direttore Ricciardelli.



Si tratta dunque di una evidenza scientifica che pone il paziente non vaccinato di fronte ad un rischio maggiore di complicanze letali del Coronavirus. C'è da dire anche che il virus continua a circolare. Ieri sul report dell'Asl casertana erano notificati, oltre ai due morti, anche 25 nuovi casi, emersi dalla processazione di 1.114 tamponi, con un'incidenza del 2,24%. Tra i casi positivi anche alcuni bambini della provincia.

Il dipartimento di Prevenzione ha segnalazioni in diversi istituti della provincia: si tratta di una scuola primaria di Sant'Arpino, un'altra di Trentola Ducenta e di una scuola dell'infanzia di Aversa. Naturalmente, vista la possibilità di vaccinazione per i bambini con oltre 12 anni di età, è più frequente e facile che si possano infettare i bimbi più piccoli, ai quali non è destinata il farmaco anti Covid. Fatto sta che costoro potrebbero essere i vettori più pericolosi per quegli adulti, anche più anziani, con patologie pregresse, che senza vaccino potrebbero contrarre il Covid e affrontare complicanze critiche e, talvolta, letali. Intanto sono state certificate anche 44 guarigioni e ora i positivi attualmente in cura sono 995, 21 in meno rispetto alla giornata precedente. L'effetto del vaccino, infatti, è evidente soprattutto al momento del contagio perché il farmaco iniettato impedisce che il virus si manifesti nella sua forma più grave.

Fino alle 18.01 di ieri sono state erogate 684.414 prime dosi dall'inizio della fase vaccinale, di cui 606.259 richiami. Continua l'apertura degli hub vaccinali del territorio anche agli utenti che non hanno prenotato, anche per la terza dose, se il paziente rientra nelle categorie degli aventi diritto.

Tra ultraottantenni e pazienti fragili, la campagna della terza dose ha riscontrato la sensibilità dei primi mesi, a conferma della convinzione di quanti hanno richiesto prima di tutti la possibilità di immunizzarsi. Ora si attendono le direttive ministeriali circa l'apertura alla terza dose anche per gli altri pazienti fragili.

Per ora, solo quelli che seguono particolari terapie per immunodeficienze sono invitati alla somministrazione dell'ulteriore dose. Con loro, anche tutti gli operatori sanitari che possono prenotarsi per la somministrazione e, in caso di impossibilità di essere presenti all'appuntamento segnato dall'Asl, possono andare in uno qualsiasi dei giorni successivi. Certo, quest'assistenza dovrà essere scaglionata così come è stata scaglionata la fase vaccinale fin dall'inizio.
 

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