Covid e mortalità, i numeri della Campania:
da Napoli a Caserta, è peggio del 2020

Covid e mortalità, i numeri della Campania: da Napoli a Caserta, è peggio del 2020
di Domenico Zampelli
Lunedì 27 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 18:30
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L'Istat ha pubblicato, ieri, i dati sulla mortalità 2021 fino allo scorso mese di luglio, in tempi molto più rapidi del normale grazie alle sinergie attivate con il Ministero dell'Interno per l'acquisizione tempestiva dei dati dell'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (Anpr). Uno sforzo che ci consente di misurare l'emergenza pandemica dall'incidenza dell'evento più triste e drammatico regione per regione, provincia per provincia, comune per comune. Scoprendo così, per quello che ci riguarda, quanto è stato più violento il 2021 rispetto al 2020, anche se in Campania emergono delle differenze. Ma andiamo a leggere insieme la situazione in Terra di Lavoro e nei principali centri, focalizzando qualche fattore di speranza.

I numeri sono freddi e impietosi.

Fra gennaio e luglio di quest'anno i morti in provincia sono stati in totale 5.240. Se ne erano contati 4828 lo scorso anno, mentre la media degli anni ancora precedenti, dal 2015, era stata di 4.957. Questo ci dice due cose. Da una parte ci sono 412 decessi in più rispetto allo scorso anno (non solo di Covid, naturalmente, ma anche per il Covid) e 283 in più rispetto alla media 2015-2019, dall'altra emerge come durante la scorsa estate l'impatto pandemico fosse stato più contenuto, visto che la mortalità era stata inferiore rispetto agli anni precedenti. Una situazione che purtroppo si è ribaltata quest'anno. Era normale che accadesse nel primo trimestre, in quanto l'emergenza è scattata solo a marzo 2020. Incidono molto, però, anche i quasi duecento morti in più del mese di aprile (819 contro 631). Più o meno stabili maggio e giugno, a luglio però il contatore si è invertito, registrando meno decessi (649 contro 683). La speranza è che possa trattarsi dell'effetto vaccini.

Anche l'incidenza nelle singole comunità appare diversa. Ci sono centri che pagano un prezzo più alto in termini di vite umane (Caserta, Aversa, Maddaloni, Marcianise, Santa Maria Capua Vetere) ma in diversi altri casi il dato sulla mortalità si mantiene stabile: accade a Mondragone, Sessa Aurunca, San Felice a Cancello, Trentola Ducenta, Villa Literno e Cellole. E ci sono casi in cui la mortalità è in diminuzione: un elenco di speranza che comprende fra l'altro Gricignano d'Aversa, Castel Volturno, Lusciano, Piedimonte Matese e Macerata Campania.

Nel resto della Campania la dinamica è simile alla provincia di Caserta, fatta eccezione per l'Irpinia, dove il prezzo è stato pagato già lo scorso anno con 134 morti in più rispetto alla media degli anni precedenti. Quest'anno la provincia di Avellino ha contato fino a luglio 3.045 decessi contro i 3.068 dello scorso anno. La media 2015-2019 era stata di 2.934. 

All'opposto c'è la provincia di Salerno: lo scorso anno quasi trecento morti in meno rispetto alla media precedente (6.670 contro 6.959), nel 2021 invece un triste incremento fino a raggiungere quota 7.304. La provincia di Napoli, infine, è arrivata a quota 18.595 rispetto a 16.483 dello scorso anno.

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E parla di Caserta anche l'ultimo report dell'Inail, aggiornato al mese scorso, sulle denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19. Le province che contano più decessi da inizio pandemia sono Roma (7,9%), Napoli (con il 7,4%), Milano (6,8%), Bergamo (6,7%), Brescia (4,1%), Torino (4,0%), Cremona (2,5%), Genova (2,4%), Bari e Caserta (2,3% ciascuna), Palermo e Parma (2,1% ciascuna). Il totale dei lavoratori contagiati in Terra di Lavoro in maggioranza, naturalmente, legati all'ambito sanitario - ha superato le mille unità. In questo caso, però, i numeri del 2021 appaiono in calo. Più uomini che donne, e fascia di età più interessata quella compresa fra 50 e 64 anni. 

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