Covid, ospedali quasi pieni nel Casertano:
il 50% contagiati dalla variante inglese

Covid, ospedali quasi pieni nel Casertano: il 50% contagiati dalla variante inglese
Giovedì 4 Marzo 2021, 12:00 - Ultimo agg. 15:56
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Va progressivamente peggiorando la situazione dei ricoveri per Covid negli ospedali del Casertano, con un tasso di occupazione dei posti letto dedicati molto alto, quasi simile alla seconda ondata, anche se l'età media dei ricoverati è diminuita (si attesta intorno ai 45-50 anni) e c'è un maggior tasso di guarigione con una più elevata mobilità tra pazienti che escono ed entrano in ospedale. Per il direttore generale dell'Asl Ferdinando Russo, «la maggior parte dei malati è affetta dalla variante inglese, che ormai compare in quasi il 50% dei casi, come a livello nazionale. Un elemento positivo, i cui effetti si vedranno nei prossimi giorni, è la chiusura delle scuole. Siamo preoccupati specie per le terapie intensive, che vanno saturandosi, mentre per gli altri posti la situazione va monitorata ma per ora il sistema tiene».

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I dati attestano che al Covid Hospital di Maddaloni sono occupati 14 posti di terapia intensiva su 15 disponibili, mentre i 30 di sub-intensiva sono tutti occupati; sono circa 25 invece i posti letto per i malati meno gravi ancora liberi. All'altro presidio Covid di Santa Maria Capua Vetere, sono tutti occupati i quattro posti di sub-intensiva mentre restano libero otto per le degenze meno gravi. Pochi i posti occupati al Covid Resort di Teano.

All'azienda ospedaliera di Caserta, sono occupati 10 posti di terapia intensiva su 14 disponibili mentre la sub-intensiva fa registrare il pienone (18 posti su 18). «Stiamo osservando - spiega il direttore generale Gaetano Gubitosa - un veloce riempimento della sub-intensiva, essendo diminuita l'età media dei contagiati e dei ricoverati. C'è preoccupazione ma va detto che la situazione non è paragonabile alla seconda ondata».

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L'elevato tasso di ricoveri ospedalieri trova conferma nel maggior numero di nuovi contagi che si registra su base giornaliera, cresciuto oltre i 300 negli ultimi giorni; anche i decessi da Covid non si fermano, ma sono di meno rispetto alla seconda ondata. Intanto dopo l'alert dell'Asl di Caserta inviato a 27 comuni finiti in «fascia rossa» per l'aumento esponenziale dei contagi, iniziano ad arrivare le ordinanze dei sindaci che si adeguano alle raccomandazioni dell'Asl, anche se non in modo completo e a macchia di leopardo. A Santa Maria Capua Vetere, il sindaco Antonio Mirra ha deciso la chiusura fino al 16 marzo dell'area dove si svolge il mercato settimanale, ad eccezione della parte riservata alla vendita di alimentari. Nel piccolo centro di Roccamonfina (3300 abitanti), il sindaco Carlo Montefusco ha disposto, attuando quasi in pieno le sollecitazioni Asl, la chiusura di tutte le attività commerciali «non necessarie», comprese le attività di ristorazione e quelle di servizi per la persona come acconciatori ed estetisti, e fatta eccezione ovviamente per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità; resteranno aperte inoltre le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. In altri comuni, come Parete, si è deciso di chiudere il cimitero, i circoli sociali e di vietare gli assembramenti in strade e piazze comunali. 

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