Lo scandalo delle revisioni auto:
database illegali e lettere a casa

Lo scandalo delle revisioni auto: database illegali e lettere a casa
di Claudio Coluzzi
Giovedì 16 Maggio 2019, 12:00
3 Minuti di Lettura
Nel web la privacy non esiste. Questo in una maniera o nell'altra si impara ben presto a proprie spese. Ma l'uso a fini commerciali di dati sensibili (in questo caso quelli contenuti nel Pubblico registro automobilistico) è illegale. Eppure violazioni di massa di queste norme si stanno verificando ormai da mesi a Caserta, sotto forma di lettere inviate al domicilio di possessori di auto.

Eccone un esempio. L'intestazione è quella di un «Centro Revisioni e Collaudi» casertano ed arriva a domicilio di una persona che non si è mai rivolta a quel centro, con tanto di intestazione dell'indirizzo completo del possessore dell'auto. «Avviso scadenza revisione» è scritto a caratteri cubitali. «Con la presente le comunichiamo che nel mese di maggio è in scadenza la revisione del veicolo...(indicazione di targa e modello preciso)». Poi l'invito a rivolgersi a loro con tanto di orari e numeri di telefono. In poche parole i titolari di questa carrozzeria sono in grado di conoscere che tizio ha un'auto, quale auto, sanno dove abita, conoscono le sue generalità, sanno che gli scade il collaudo e gli mandano comunicazioni commerciali senza che ci sia stata alcuna richiesta o autorizzazione da parte dell'interessato. Di lettere come queste, nel giro di qualche giorno, i possessori di auto con collaudo in scadenza ne hanno ricevute anche tre o quattro, da parte di «Centri collaudi» diversi e tutti sconosciuti. Il che fa pensare, ovviamente, che tali centri collaudi sono in possesso dei dati sensibili di migliaia di persone e, ad ogni scadenza, mandano lettere ai loro domicili per fini commerciali? Ma come è possibile tutto ciò?
 
I dati in questione sono quelli disponibili presso il Pra (Pubblico registro automobilistico) di Caserta e sono pubblici fino ad un certo punto. Chi vuole risalire al possessore di un'auto dal numero di targa deve fare una richiesta, pagare una somma compresa tra i 15 e 20 euro, lasciare il proprio nominativo in modo da essere rintracciato in caso di uso illegale di tali informazioni. La stessa «visura» può essere fatta presso l'Aci on-line al costo di 8,83 euro, ma sempre con i dati del richiedente e non se ne possono fare più di due al giorno. Siccome è impensabile che qualcuno spenda 20 euro ma nemmeno 10 per ogni lettera da inviare senza essere assolutamente certo che questo invio gli porti un cliente, il sistema deve necessariamente essere diverso.

Qualcuno offre un «servizio illegale» ai «Centri di Revisione» ricavandone del profitto. Mette a disposizione ossia tutti gli indirizzi e i nominativi di coloro che, in una certa area, devono fare la revisione dell'auto. Ma il danno non è solo relativo alla «concorrenza sleale» per i titolari di «Centri di revisione» onesti che non si prestano a tali illegalità. Ci sono evidentemente persone che dispongono di banche dati illegali e sono in grado di risalire all'indirizzo e al nominativo di chiunque attraverso il numero di targa. Questo, oltre che contro la legge, è anche inquietante per l'uso che un malintenzionato può fare di informazioni di tal tipo.

Del resto anche le App che normalmente sono scaricabili sugli smartphone forniscono dati sulla regolarità di pagamento di assicurazioni, bolli, revisioni delle vetture in base al numero di targa ma non forniscono mai nominativi e indirizzi.

Infine oltre al danno e al rischio anche la beffa. In un'epoca in cui la burocrazia ci costringe a firmare per «la privacy» decine di moduli per qualsiasi banale operazione c'è il «carrozziere» che sa tutto di noi e può riferirlo liberamente a chiunque, ladri e rapinatori compresi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA