Caserta, medici di base in pensione:
l'odissea all'improvviso per i pazienti

Caserta, medici di base in pensione: l'odissea all'improvviso per i pazienti
di Ornella Mincione
Martedì 2 Febbraio 2021, 08:23 - Ultimo agg. 13:28
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Due medici di base in pensione e a subentrare nello stesso territorio, vale a dire quello del comune di San Nicola la Strada, è stato solo un medico. A sua volta, quest'ultimo ha allertato parte della cittadinanza in modo che le persone si potessero iscrivere per tempo come suoi pazienti. Tutto questo si è tradotto ieri mattina in una folla di gente in attesa all'ingresso del Palazzo della Salute di Caserta per accedere all'anagrafe sanitaria e compiere la scelta del proprio medico di base. Secondo gli utenti in fila i medici in questione non hanno avvisato i pazienti della loro prossima pensione, mentre stando alle carte dell'Asl tali medici avevano comunicato le loro intenzioni già cinque mesi fa.

Entrambi insieme coprivano un bacino di circa 3.000 utenti e ora, con l'arrivo del nuovo medico resterà comunque una parte di cittadini scoperta dalla cura territoriale. «Il medico ora in servizio, essendo massimalista, può seguire 1.500 pazienti.

Poi potrà essere fornito un medico provvisorio, il quale può prendere in cura 500 pazienti. Per gli altri, si attendono i certificati da parte del secondo medico nominato che ancora non arrivano», spiega il responsabile dell'unità operativa di assistenza sanitaria di base Vincenzo Gazzillo. Una serie di problemi concentrati in un unico episodio, di cui la responsabilità è difficile da tracciare ma che le conseguenze ricadono semplicemente sulle spalle degli utenti. Volendo partire dal problema che interessa direttamente gli utenti, vale a dire quello della tempestiva comunicazione da parte del medico circa la propria quiescenza, «esistono atti di norma, cioè la comunicazione rispetto all'intenzione di andare in pensione che viene fatta all'azienda sanitaria locale in un tempo minimo di 30 giorni prima dal momento di quiescenza», spiega Gazzillo. 

Nessuna norma però regolamenta la comunicazione del medico al paziente circa il proprio pensionamento: si tratta di un atto di cortesia in effetti, che potrebbe essere svolto anche venti giorni prima del pensionamento, il tanto che basta all'utente per poter cercare un medico sostitutivo. Volendo essere cinici, basterebbe anche solo venti giorni all'utente per trovare un medico sostitutivo, quello che basta perchè al medico non venga scalata la quota di quel paziente dall'ultima mensilità. Detto questo, c'è un'altra questione legata ai medici di base. «Ce ne sono davvero pochi. Soltanto per Caserta, per esempio, i medici dovrebbero essere 51, ma allo stato attuale, dopo il pensionamento di altri due medici del novembre scorso, sono operativi soltanto 40, vale a dire 11 in meno rispetto a quanto necessario secondo normativa. Il prossimo 11 febbraio ne dovrebbe arrivare uno nuovo a Caserta città», spiega ancora il referente dell'Asl.

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Una carenza di personale medico mai come ora pesante, se si considera che in emergenza Covid, stando ai protocolli varati a livello nazionale e locale, il medico di famiglia è il primo interlocutore del paziente richiedente un tampone e per il paziente positivo o sospetto. «L'unico ente che ha il compito di assegnare i medici al territorio dalla graduatoria è la Regione Campania - continua Gazzillo -. Questi nuovi camici bianchi in arrivo in provincia, ad esempio, rispondono ad una richiesta del 2019». Dunque, tornando a monte della vicenda che ha interessato il comune di San Nicola la Strada, dei 3.000 cittadini ora scoperti dato il pensionamento dei due medici, se 1.500 pazienti possono essere seguiti dal nuovo medico di base, altri 500 dal medico provvisorio, ci sono 1.000 cittadini che di fatto sono scoperti dalle cure di un medico di base.

Ulteriore problema se, nella sfortuna degli eventi, costoro dovessero aver bisogno di un interlocutore in caso di Covid (richiesta di tamponi o altro tipo di assistenza, in caso di positività). Da oggi comunque, «regoleremo l'affluenza degli utenti all'anagrafe sanitaria vista la confusione di questa mattina (ieri per chi legge)», specifica Gazzillo. Intanto a Valle di Maddaloni c'è stata una mobilitazione da parte degli assistiti di quattro medici che sono andati in pensione. Si tratta di circa 3.500 pazienti, che stanno raccogliendo firme (circa 600) perchè costretti a spostarsi fino a Maddaloni per ricevere le cure.
 

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