Csm, tre magistrati in cerca del voto indipendente «al di là delle correnti»

Csm, tre magistrati in cerca del voto indipendente «al di là delle correnti»
Martedì 9 Agosto 2022, 08:44
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Tre nomi, stesso collegio, tre storie diverse, anche se con una sola vocazione elettorale: proporsi come indipendenti, andare al di là delle correnti di magistratura associata, al di là degli schemi tradizionali. Alle urne per il Csm, il 18 e 19 settembre, sono dieci le toghe napoletane in campo nel collegio 3 (che comprende Campania, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna), mentre in Cassazione attualmente sono in corsa altri due magistrati noti nel distretto di Corte di appello, vale a dire Raffaello Magi e Stanislao De Matteis.

Sono in prevalenza giudici a concorrere per il rinnovo dell'assemblea di Palazzo dei Marescialli, in uno scenario che offre nel collegio napoletano la particolarità di tre nomi che corrono da indipendenti.

Si tratta di Giuseppe Cioffi e Eduardo Savarese, rispettivamente giudici a Napoli nord e a Napoli, e il pm Henry John Woodock, da dodici anni in forza alla Procura partenopea, dove ha svolto indagini in materia di pubblica amministrazione e colletti bianchi, ma anche contro radicate organizzazioni camorristiche cittadine.

Ma proviamo a sondare l'umore che spinge tre magistrati di lungo corso a correre da soli, provando a superare la trama di contatti che - proprio in questi giorni - è al centro dell'agenda dei segretari delle correnti associate.
Uno scenario che è per molti versi figlio del disincanto che attraversa parte della magistratura (ma anche dell'opionione pubblica in generale), dopo lo scandalo delle nomine per alcuni uffici di Procura, culminata nell'inchiesta a carico di Luca Palamara (ex presidente dell'Anm, oggi esterno all'ordinamento giudiziario)

Spiega al Mattino, il giudice Giuseppe Cioffi (presidente di sezione penale a Napoli nord): «Sono indipendente da 25 anni. Sono un fuoriuscito storico, lasciai le logiche di appartenenza correntizia quando ricoprivo la carica di segretario distrettuale di Unicost. Non l'ho fatto perché non ho ricevuto qualcosa, ma perché già allora non mi piaceva ciò che accadeva all'interno della magistratura. Non sono tout court contro le correnti, cerco di rappresentare un'esigenza di rinnovamento che percepisco da tempo incrociando lo sguardo dei colleghi nella mia attività lavorativa. Lavoro perché ci sia un Csm autonomo, senza condizionamenti, in grado di rappresentare la parte sana del nostro ordinamento, costituito dalla maggioranza».

In campo da indipendente anche il giudice napoletano Edoardo Savarese, che racconta così la sua esperienza al Mattino: «Un paio di anni fa, ho scelto di uscire dalla Associazione nazionale dei magistrati, ero alla ricerca di possibilità di espressione alternative, dal momento che credo che le correnti abbiamo esaurito la propria capacità di elaborazione di idee».

Poi da cosa nasce la decisione di candidarsi? «Nell'ultimo anno, partecipando a forum e convegni di giuristi, alcuni colleghi mi hanno invitato ad articolare una candidatura indipendente, che non fosse espressione di un gruppo correntizio. Alle mie spalle ho un comitato elettorale rappresentato da alcuni colleghi (tra cui Anna Grillo, Stefania Amodeo, Enrico Quaranta, Mario Fucito, Francesca Reale, Caterina Di Martino; Ulisse forziati), che si scioglierà il giorno dopo il voto di settembre. Punto ad andare oltre il sistema Palamara, ma a garantire ai colleghi una produttività sostenibile, al di là delle statistiche e degli aspetti numerici».

Pronto ad andare oltre (non contro) le correnti anche il pm anglonapoletano Woodcock, che al Mattino spiega: «Il distretto di Napoli e quello di Salerno, nei quali io sono l'unico candidato pm, hanno bisogno non solo di altri magistrati, ma anche di personale amministrativo, che è quello che in silenzio e con modeste gratificazioni economiche supporta in modo decisivo il nostro lavoro; senza di loro noi saremmo perduti, e ciò con una attenzione, se è possibile, ancor più particolare in ordine ai tribunali più piccoli del distretto nei quali i giovani colleghi fanno enormi sforzi per andare avanti».
 

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