Cuccioli ammalati, allarme parvovirus
e il Comune blocca i ricoveri al canile

Cuccioli ammalati, allarme parvovirus e il Comune blocca i ricoveri al canile
di Emanuele Tirelli
Martedì 30 Agosto 2022, 09:07 - Ultimo agg. 16:48
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Nessun pericolo per le persone. Il parvovirus è quello che causa la gastroenterite dei cani. Dopo aver letto l'ordinanza del 25 agosto firmata dal sindaco di Caserta, Carlo Marino, sono molti i cittadini a essersi allarmati. Il documento ha disposto la chiusura del rifugio municipale fino al primo settembre perché, c'è scritto, «sussistono i presupposti per l'adozione di un'ordinanza di carattere contingibile e urgente al fine di prevenire pericoli all'incolumità pubblica». Evidentemente la mancanza di una specifica, e il periodo storico particolarmente delicato, hanno generato il timore di una nuova, anche se differente, forma di contagio. Così in tanti hanno avuto paura per sé e per i volontari che assistono gli animali nel canile. 

La richiesta del 18 agosto di Tommaso Tranquillo, veterinario e direttore sanitario della struttura, era stata di sospendere gli ingressi fino al primo settembre a causa della morte di un cane per parvovirus, e di individuare un'alternativa per accogliere quelli accalappiati nel frattempo. «Il parvovirus causa la gastroenterite ai cani», spiega Tranquillo. «Può essere mortale, ma non si trasmette né alle persone né ad altri animali. Si pensa che una mutazione possa determinare un'altra malattia del gatto, ma riguarda essenzialmente i cani». Tutto è partito da una cucciolata trovata a Casertavecchia il 26 luglio: quattro piccoli di appena 40 giorni insieme alla madre. I cuccioli si sono ammalati ma nessuno di loro è morto.

Erano nella sezione del rifugio destinata alla quarantena, dove vengono sistemati ogni volta i nuovi arrivi in attesa delle vaccinazioni. Nella fila di box accanto c'era invece il cane adulto di 4 anni, vaccinato, che si è ammalato, è stato sottoposto a un'apposita terapia ma è morto nell'arco di tre giorni. Nel frattempo, appena i cuccioli avevano iniziato a manifestare i primi sintomi, erano stati spostati in isolamento, e i box continuamente sanificati. «I cani vengono vaccinati contro il parvovirus però esistono delle varianti non coperte dal vaccino come accade per tutti i virus. È questa la circostanza in cui si è trovato il cane che è morto. Ad oggi (ieri, ndr) non ci sono stati altri casi di decessi o con sintomatologie ascrivibili. Se continua così il primo settembre sarà l'ultimo giorno di chiusura perché non ci sarà alcun motivo di proseguire. Inoltre la risposta del test potrebbe essere stata anche un falso positivo. Non ne siamo certi: il cane è morto in pochissimo tempo e non abbiamo avuto modo di verificare la presenza di altre patologie sottostanti, non per forza infettive».

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La chiusura del rifugio con quell'ordinanza ha fatto preoccupare molte persone. «Abbiamo ricevuto decine di telefonate e molti contatti tramite i social», riferisce Alessandra Pratticò, presidente dell'associazione di volontariato animalista Nati Liberi, che a titolo gratuito si occupa da anni anche della collaborazione con l'amministrazione nella gestione del canile. «Sono state soprattutto persone venute nelle settimane scorse, allarmate dalla possibilità di un contagio. Le abbiamo rassicurate, spiegando loro le caratteristiche del parvovirus. Insomma, non c'è nessun pericolo per le persone. L'unico, grande problema, riguarda i cani. Quindi bene che nessuno sia più entrato perché avrebbe potuto portare a casa il virus attraverso le suole delle scarpe e quindi nuocere ai propri cani, ma non ci sono altri rischi. La richiesta del direttore sanitario era anche quella di individuare una struttura alternativa per i cani eventualmente accalappiati fino al primo settembre. Nell'ordinanza non è indicata. Per fortuna dal 18 agosto non ci sono stati altri ingressi. Noi volontari abbiamo continuato a frequentare la struttura perché gli animali non potevano e non possono essere lasciati da soli». 

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