«Custodi esposti a insetti e caldo»,
i lavoratori della Reggia in Procura

«Custodi esposti a insetti e caldo», i lavoratori della Reggia in Procura
di Lidia Luberto
Sabato 1 Settembre 2018, 12:00
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La querelle che dura da diversi mesi e che contrappone in particolare tre delle sigle sindacali dei lavoratori della Reggia (Uilpa, Confsal-Unsa, Confintesa-Fp) al direttore Mauro Felicori, ha avuto in questi giorni ha un epilogo inatteso. È di giovedì, infatti, l'esposto che i tre sindacati hanno presentato alla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e nel quale denunciano «gravi livelli di insalubrità in cui sono costretti a lavorare», chiedendo al Procuratore «di accertare eventuali responsabilità anche penali in cui possano essere incorsi i responsabili della Reggia di Caserta nonché degli organi interessati», come si legge nel documento sottoscritto dalle tre sigle sindacali, mentre mancano all'esposto le firme degli altri rappresentanti dei sindacati presenti alla reggia, ovvero, Cgil, Cisl, Flp, Usb e le Rsu.

In effetti - spiega Carmine Egizio della Confintesa-Fp, che ha firmato con Angelo Donia e Raffaele Vallone la comunicazione, «questa iniziativa è solo l'ultimo step di una situazione che si protrae da molto tempo». Da quando, cioè, vengono segnalate alcune problematiche che metterebbero a rischio la salute del personale di custodia e che sono elencate in un documento (allegato all'esposto) datato 28-7-2018 e all'epoca inviato, fra gli altri, al Ministero della salute, all'Inail, al Mibact. Fra i rilievi esposti vi sono: l'assenza delle garitte nel parco vanvitelliano («il personale in servizio è costretto a ripararsi nelle proprie automobili»), i presidi igienici dedicati al personale inesistenti («lì dove esistono nel parco sono sovente inagibili»), la mancanza del piano di disinfestazione («l'incremento delle temperature favorisce la proliferazione degli insetti e l'espletamento del servizio, soprattutto nel parco, rappresenta una forte esposizione del personale a subire morsi o punture degli stessi»), l'assenza della «garanzia del microclima di benessere» («sia nell'appartamento storico e ancor più nel parco non è assicurato il prescritto range di temperatura in gradi centigradi»), l'accesso all'ascensore per il personale addetto al museo che risulterebbe inibito «con disposizione di servizio», tranne ai disabili muniti di certificazione. Richieste che, nel corso dei mesi, non sarebbero state evase. Inoltre nello stesso documento si fa riferimento anche agli esiti della valutazione «stress lavoro correlato che hanno chiaramente evidenziato un rischio alto, da cui l'urgente necessita di pianificare misure correttive, scandite da un preciso cronoprogramma, con un funzionario preposto all'attuazione».

«Abbiamo aspettato mesi, avuto rassicurazioni rimaste tali», sottolinea Egizio. Una dichiarazione che ribadisce quanto già scritto nel documento di luglio, dove si legge: Ancora una volta dalla trasmissione dei buoni propositi del 6-6-2018, non solo non c'è traccia degli interventi riparativi, ma, interpellato il preposto individuato nei documenti, non risulta abbia mai ricevuto un'investitura formale, né l'attribuzione di un capitolo di spesa ad hoc». Da qui, dunque, l'ulteriore mossa di giovedì.
 
Intanto, il direttore Felicori, raggiunto telefonicamente a Bologna dove era impegnato nella presentazione dell'ultimo lavoro letterario di Giusi Marchetta ambientato nella reggia, preferisce non commentare questo nuovo episodio della lunga questione aperta con alcuni sindacati. «Sono qui a parlare del monumento anche attraverso questo incontro e a promuoverlo con un evento bello e interessante. Mi occupo della Reggia anche così», taglia corto il direttore. Nel libro («Dove sei stata», Rizzoli) il protagonista, Mario, torna dopo dieci anni da Torino, dove ha iniziato ad esercitare la professione di avvocato, nella casa della sua infanzia, all'interno della Reggia di Caserta, di cui suo padre - conosciuto con il nomignolo di «Capitano» - è il capo dei guardiani. Mario pensa di trattenersi il tempo necessario ad organizzare la degenza del padre che ha avuto un incidente, ma la permanenza porta con sé ricordi dolorosi come quello della madre, Anna, che lo aveva abbandonato quando era bambino per sfuggire ad un destino infelice.
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