Da Caserta agli Usa: così lady fashion
Simona imbarazza Trump e Putin

Da Caserta agli Usa: così lady fashion Simona imbarazza Trump e Putin
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 23:02 - Ultimo agg. 3 Ottobre, 07:42
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«Il professore che aveva promesso le mail della Clinton allo staff di Trump è una spia al servizio dell’intelligence italiana o, comunque, dei Servizi occidentali». Ne è sicura la casertana Simona Mangiante, salita da qualche anno agli onori delle cronache per aver sposato George Papadopoulos, l’ex consigliere per la campagna elettorale di Donald Trump. Simona, con suo marito, è finita al centro di uno dei più ambigui intrighi internazionali del nostro secolo. Una spy-story o forse una fantasia che incrocia clamorosamente la realtà: a metà tra un romanzo di Fleming e un autentico scandalo che potrebbe paurosamente mettere in pericolo le relazioni bilaterali tra Italia e Usa. Ma prima di giungere ai sospetti della bella Simona, bisogna ricostruire i fili di una vicenda controversa, quella del Russiagate, un complotto che parte da lontano e che vede coinvolto l’attuale inquilino della Casa Bianca. Il caso è quello delle mail hackerate alla candidata alle ultime presidenziali, Hillary Clinton, proprio contro The Donald.

 

IL MISTERO
Nel corso della campagna elettorale per le presidenziali del 2016, che poi videro eleggere Trump, un docente maltese che insegna all’università romana Link Campus (l’ateneo ha poi precisato di aver sospeso la docenza), promette all’allora consigliere dell’attuale presidente Usa di consegnargli delle mail sottratte – probabilmente dai Servizi russi - all’ex first-lady Hillary Clinton. Per questi motivi Trump è finito sotto indagine del procuratore Robert Mueller che comunque lo scorso 24 marzo ha reso noto che non emergono prove che il presidente e la sua campagna elettorale abbiano volutamente coinvolto la Russia nelle elezioni del 2016. A proporre al marito di Simona le mail compromettenti della Clinton è stato Joseph Mifsud, docente maltese con profonde relazioni in Italia e nel Regno Unito. Quelle mail non sono però mai state consegnate, ma sarebbero dovute servire – secondo le accuse mosse a Trump - per divulgarle in campagna elettorale e quindi screditare la sua competitor alla Casa Bianca. Ma negli ultimi mesi il presidente Usa ha rovesciato completamente le accuse. Se complotto c’è stato – secondo lo staff di Trump – è stato ai danni di The Donald: il Russiagate doveva infatti servire per far scattare l’impeachment per il presidente Usa e quindi farlo decadere. E, secondo questa teoria, a ordire questo presunto piano contro l’inquilino della Casa Bianca ci sarebbero state manovre sospette di più apparati d’intelligence stranieri: italiano, inglese e australiano. La novità delle ultime ore è che stavolta Trump vuole vederci chiaro e, se ci sia stato realmente un coinvolgimento italiano nel Russiagate, ha voluto saperlo direttamente da Roma. Per ben due volte, l’ultima la scorsa settimana, il governo Usa ha inviato in Italia il ministro della Giustizia, William Barr, che ha incontrato i vertici dei nostri Servizi segreti. Anche per questo sui media americani, negli ultimi giorni, non si parla d’altro.

L’UOMO INVISIBILE
Prima di tutto gli Usa vorrebbero sapere dall’intelligence italiana che fine abbia fatto Joseph Mifsud, quel professore legato a doppio filo con il nostro Paese e che, non appena è scoppiato lo scandalo, è diventato introvabile. Mifsud è letteralmente scomparso, le ultime notizie sul suo conto indicavano che il docente maltese abitava in un appartamento romano di proprietà della Link Campus. Il destino del professore è l’unica vera traccia di questa storia che, per alcuni versi, sembra incredibile. «Il fatto che sia scomparso – dice ora Simona Mangiante – è anomalo. Se non ci fosse stato nulla di vero perché Mifsud si nasconde?». La domanda resta inevasa e sia Mangiante che suo marito, George Papadopoulos, sono ora convinti che Mifsud sia stato nascosto da qualcuno che ha interesse a non farlo parlare, ma i sospetti non sono corroborati da prove. Invece Papadopoulos è stato condannato per falsa testimonianza perché nel corso di un interrogatorio non ricordava la data in cui aveva incontrato Mifsud. Sul suo caso l’ex consigliere di Trump ci ha scritto un libro, «Bersaglio del deep state: come sono finito impigliato nel complotto per abbattere Trump». Mangiante e Papadopulos stanno in queste settimane anche girando una docufiction che dovrebbe andare in onda su Netflix. Ma il caso, più che una trama da libri o serie televisive, è finito ora sotto la lente dello staff di Trump con l’incontro avuto da Barr, con i vertici dei nostri Servizi Segreti (Gennaro Vecchione per il Dis, Luciano Carta per l’Aise e Mario Parente per l’Aisi). Almeno l’incontro tra il ministro Usa e i nostri 007 sicuramente non ha parvenze di mistero visto che gli appuntamenti sono avvenuti alla luce del sole nella nuova sede di piazza Dante dove gli americani sono entrati con un lungo e vistoso corteo.

LA FEMME FATALE
«C’è stato un complotto di alcuni governi, tra cui quello italiano per rovinare Trump». Insiste Simona che – raggiunta al telefono – spiega che l’allora governo Renzi, vicino a Obama, aveva interesse a favorire Clinton e il Partito democratico statunitense nella corsa alle presidenziali. Simona spiega anche di avere notizie sul fatto che Mifsud, oltre a suo marito George, aveva cercato di avvicinare anche un altro consigliere di Trump, Micheal Flynn, per dargli le mail di Clinton. Eppure, ciò che non torna di questa storia, è che durante il governo gialloverde, Matteo Salvini avrebbe probabilmente avuto il potere di cavalcare questa storia per screditare il Pd. «Mi chiedo anch’io perché non l’abbia fatto – dice Mangiante – ero sicura che ne avrebbe avuto interesse». La trentenne casertana, figlia di un professore e di un’insegnante di inglese, per anni ha fatto l’avvocato e ha lavorato al Parlamento Europeo occupandosi di tutela dell’infanzia, ma proprio naturale avvenenza e sopraggiunta fama l’hanno portata negli ultimi tempi a sfilare da modella e tentare la carriera di attrice: Una star su Instagram e Twitter. Per mesi negli States l’avevano definita «la donna dei misteri» asserendo persino fosse una spia russa. Ora la donna e suo marito, vorrebbero solo sapere dove si trova Mifsud, ma intanto Simona sfrutta notorietà internazionale e bellezza per correre a prendere un volo per Los Angeles e fare promozione alla sua linea di costumi da bagno “AgapeBySimona”. Un tocco di eleganza in un mare di ambigui misteri. 
 
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