Delitto Picone, la tresca e lo sgarro:
in fuga da Miano donna del mistero

Delitto Picone, la tresca e lo sgarro: in fuga da Miano donna del mistero
di Mary Liguori
Giovedì 25 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 10:26
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Di lei si sono perse le tracce dalla mattina in cui il corpo senza vita di Nicola Picone è stato trovato dentro una Panda in un’area di servizio di Aversa. Trentasei anni, incensurata ma legata a doppio filo a famiglie di prim’ordine della camorra di Miano, sarebbe scappata per paura. Paura delle conseguenze delle sue azioni. Resta da stabilire se le «azioni» in questione siano legate alla tragica fine del 26enne o agli ultimi mesi della sua brevissima vita. Perché, ritengono gli investigatori, qualcuno a mezzanotte di giovedì ha chiamato al cellulare Picone e gli ha dato u n appuntamento. E lui, forse incosciente, forse troppo spavaldo, forse semplicemente fiducioso che la persona che stava per incontrare volesse solo parlargli, si è consegnato nelle braccia dei killer. Saranno i tabulati telefonici a stabilire se l’ultima chiamata a Picone l’ha fatta la donna in fuga. Se, ancora, qualcuno l’ha costretta ad attirare in trappola il giovanissimo affiliato al clan Schiavone che, a Miano, non intratteneva di certo solo rapporti d’affari.

IL PROFILO
La donna, come detto, viene da una famiglia di pregiudicati. Da un lato il fratello, che si trova da tempo in carcere, dall’altro il compagno, anch’egli detenuto. Quest’ultimo evase da una comunità per tossicodipendenti all’indomani del duplice omicidio in cui rimasero uccisi due suoi parenti. Si diede inizialmente alla macchia, poi andò a costituirsi. Era la primavera scorsa. Da quel momento, sostengono i bene informati, la sua donna ha intrecciato una relazione con un altro uomo. Forse proprio Picone che, se davvero ha avuto la tresca, ha commesso un errore madornale, «imperdonabile» nei confronti della camorra di Miano. 

LO SCENARIO
Il compagno della donna in fuga è un ras emergente dell’area a nord di Napoli. E a Picone avrebbe dato dei soldi da riciclare, forse anche della droga. È uno che ha tentato la scalata subito dopo una serie di pentimenti eccellenti che hanno azzerato i vertici della cosca presso la quale aveva da tempo credito e in cui ricopriva ruoli di rilievo. Provò insomma, a risalire la gerarchia criminale della fumantina malavita di Secondigliano, e la risposta della cupola fu puntualmente feroce: gli uccisero due familiari. Il suo tentativo di passare al comando fu dunque affogato nel sangue. Il suo è però un profilo altamente spregiudicato e di notevole violenza. Ddicono i pentiti che, nel 2017, mandò un commando di cui faceva parte anche il fratello della sua compagna, a sparare nelle finestre della donna boss della fazione opposta. Un gesto da «kamikaze» considerato che la signora in questione è uno dei personaggi più influenti della camorra napoletana. Ma non è tutto. Precedentemente, infatti, proprio a causa di una donna, l’’aspirante boss aprì un focolaio di guerra con un altro cartello di Secondigliano. 

GLI ASSETTI CRIMINALI
Il profilo della donna del «mistero» che ora ha tagliato la corda si incastra dunque in un frastagliato scenario criminale, quello di Secondigliano dove, proprio due sere fa, c’è stato l’omicidio di Francesco Climeni, considerato legato alla Masseria Cardone o comunque al clan Licciardi. È stato assassinato alle sette di sera in via Altair, rione Berlingieri lato Secondigliano. È la zona in cui gli assetti geografici della camorra sono in ciclico assestamento ed è a due passi dalla zona d’influenza del gruppo capeggiato dal compagno della donna in fuga. Da Miano arriva la droga che si spaccia ad Aversa e zone limitrofe. Inchieste recenti e datate hanno stabilito che le piazze di spaccio del Casertano si riforniscono a Secondigliano sin da dieci anni. E dai napoletani Picone avrebbe crediti e favori che anziché ricambiare avrebbe ripagato con «sgarri» di natura sentimentale e affaristica. Di qui le minacce alla sua famiglia, a Casaluce, e l’agguato che gli è costato la vita sul quale indaga la Dda. Perché se anche fosse confermato un profilo «passionale» per il delitto di viale Europa, non potrebbe comunque essere svincolato dalle dinamiche dalla camorra. 
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