Delitto Tondi, no del Riesame
alla scarcerazione del marito

Delitto Tondi, no del Riesame alla scarcerazione del marito
di Biagio Salvati
Giovedì 6 Febbraio 2020, 10:40
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Il Tribunale del Riesame distrettuale dice no alla libertà (e non ai domiciliari) per Emilio Lavoretano, l'ex gommista di 38 anni, marito di Katia Tondi, la giovane mamma trovata strangolata nell'appartamento coniugale San Tammaro il 20 luglio del 2013. Lavoretano, ritenuto colpevole del delitto, era stato condannato dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere il 18 dicembre dello scorso anno, a 27 anni di reclusione ed arrestato un mese dopo, a metà dello scorso gennaio.

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L'avvocato Natalina Mastellone, legale di Lavoretano, aveva presentato un'istanza di scarcerazione opponendosi ai motivi di pericolo e fuga, così come ipotizzati per l'imputato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ma accolti dalla Corte di Assise che ha firmato l'ordinanza cautelare. Il 4 febbraio scorso, però, il Tribunale della Libertà (collegio presieduto dal giudice Stefania Amodeo) ha rigettato l'istanza di scarcerazione adeguandosi alla decisione della Corte di Assise. La difesa, che insiste sulla errata applicazione della custodia cautelare, impugnerà però il provvedimento in Cassazione mentre si attendono le motivazioni del rigetto del Riesame entro 45 giorni.

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Nella sua richiesta di scarcerazione, l'avvocatessa Mastellone, aveva sostenuto l'assenza di «attualità» del pericolo di fuga e della reiterazione del reato in quanto si tratta di pericoli risalenti a un periodo non recente, in particolare a circa sette anni fa e che oggi non trovano concretezza. Oggi, le esigenze cautelari per Lavoretano, secondo la difesa, non possono ritenersi concrete in quanto si tratterebbe di un soggetto che non può più agire in certi contesti ambientali o in situazioni in cui è maturato il delitto. Il tutto, poi, è maturato in un processo indiziario non basato su prove certe.
 

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In questi anni del processo, e anche prima dell'arresto benché con una condanna di 27 anni, l'ex gommista aveva continuato a vivere normalmente la sua vita quotidiana senza dare adito a possibili allontanamenti. Intanto, il Tribunale per i Minori di Napoli ha fissato per il 17 marzo prossimo un' «udienza» di verifica dello «stato di abbandono» del figlio di 7 anni: un termine tecnico che, in questo caso, serve a valutare se il bambino già orfano di madre e ora con il padre in carcere - può proseguire a stare con i nonni paterni con la visita ogni due giorni ai nonni materni. Il bambino fino a prima dell'arresto di Lavoretano non era affidato a nessuno ma viveva con il genitore ora in carcere. Durante il processo penale, il Tribunale per i Minorenni aveva stabilito due incontri a settimana con i nonni materni, ma sempre alla presenza dei paterni. Nel processo ha sostenuto l'accusa il pm Domenico Musto mentre la parte civile è stata rappresentata dall'avvocato Gianluca Giordano.

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