Dieci anni dal delitto Noviello:
commemorazione per pochi intimi

Dieci anni dal delitto Noviello: commemorazione per pochi intimi
Mercoledì 16 Maggio 2018, 18:46 - Ultimo agg. 19:59
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Commozione e applausi - da parte dei pochi cittadini presenti - alla cerimonia di commemorazione organizzata dalla Federazione antiracket italiana guidata da Tano Grasso per il decennale del delitto di Domenico Noviello, ucciso a Castel Volturno dai killer dell'ala stragista dei Casalesi guidata da Giuseppe Setola, che volle punire l'imprenditore per aver denunciato e fatto arrestare un esponente del clan, Francesco Cirillo, cugino di uno dei sicari. Pochi i cittadini presenti ma molti gli studenti del posto. L'evento, cui ha dato forfait per altri impegni il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, si è tenuto a piazzetta Noviello, il luogo della località Baia Verde di Castel Volturno dove l'imprenditore fu massacrato con decine di proiettili, oggi intitolato alla sua memoria. Presenti i quattro figli di Noviello, Massimiliano, sotto scorta per aver proseguito il lavoro del padre, che era titolare di scuola guida, Rosaria, Mimma e Matilde, dieci anni fa ancora una bimba alla quale strapparono «troppo presto» il papà. «Mi aspettavo più persone a questa cerimonia - dice visibilmente emozionata Matilde, studentessa universitaria - ma mi fa piacere vedere tanti giovani della mia età. Ci vuole forza nuova, siamo noi a dover guidare il rilancio. Quando uccisero mio padre, io ero piccola, avevo tanto bisogno di lui». Rosaria ricorda la «grande sofferenza e i tormenti patiti in questi dieci anni, ma abbiamo visto che qualcosa è cambiato nelle persone».

 Per Mimma «i dieci anni trascorsi sono stati densi di battaglie in tribunale, in cui la figura di papà è diventata simbolica. Si dice che la camorra non dimentica, ma anche noi non abbiamo dimenticato quello che ci hanno fatto, e non lo dimenticheremo mai». Il primogenito dell'imprenditore, Massimiliano Noviello, ammette che «tanto è stato fatto ma tanto c'è da fare; è stato vinto solo il primo tempo - prosegue - ma c'è un secondo tempo tutto da giocare, e questo lo si può giocare solo con la collaborazione della cittadinanza, partendo da scelte consapevoli, come quella del consumo critico. Vanno premiate le aziende virtuose, è necessario dare una mano agli imprenditori che ci mettono la faccia e non andare da quelli che hanno legami con la criminalità organizzata. Qualche tempo fa mi servivano dei materassi e mi sono rifornito da Pietro Russo, l'imprenditore cui dieci anni fa la camorra incendiò l'azienda perché denunciò gli estorsori dei Casalesi. Tutto dovrebbero fare così. Dieci anni fa, qui dove fu ucciso mio padre, incontrai Cafiero de Raho che prese un impegno verso la mia famiglia, ovvero di dare un nome e un volto agli assassini di mio padre; questo impegno lo ha mantenuto, e dopo quattro anni furono arrestate dieci persone. Ben dieci persone per uccidere mio padre. Lo Stato ha fatto la sua parte, ma lo Stato siamo noi, se tutti noi cittadini facessimo la nostra parte le cose andrebbero molto meglio» conclude. All'evento c'erano il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto, il Commissario Straordinario per le iniziative antiracket e antiusura Domenico Cuttaia, il prefetto Vincenzo Panico, Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti, e in tale qualità responsabile del Fondo che concede i risarcimenti alle vittime costituitesi in giudizio e riconosciute come tali. «È una giornata fondamentale quella di oggi - dice Panico - perché ricorda uno degli imprenditori che ha sempre avuto la schiena dritta, il cui sacrificio ha rappresentato una svolta. Dopo la morte di Noviello è nata l'associazione antiracket che ha raccolto i commercianti di Castel Volturno». Al termine del processo per l'omicidio dell'imprenditore, il killer Giuseppe Setola e i componenti del suo gruppo di fuoco sono stati tutti condannati all'ergastolo oppure a pene molto pesanti, con l'eccezione di Francesco Cirillo.
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