La partita di pallone, la sconfitta, l’adrenalina ancora in circolo. Un tifoso che cerca di rincuorare uno dei calciatori usciti perdenti dal campo e il giocatore, annebbiato dal furore agonistico, che reagisce con un destro dritto in un occhio del malcapitato fan.
Il ragazzino, sedicenne con disabilità, torna a casa con un occhio nero e, a quel punto, è il furore della madre a esplodere. La donna fotografa il suo ragazzo, pubblica l’immagine, bruttissima, dell’occhio livido e rigonfio sul gruppo Facebook del paese, e racconta per la disavventura occorsa al figlio. «Ha dato un pugno in faccia a mio figlio... gli ha gonfiato un occhio... fatto male a un dito... la differenza è che mio figlio è un ragazzo particolare: è quella la rabbia».
Una denuncia è chiara e circostanziata e scatena indignazione e preoccupazione nella comunità. È un’onda che però resta ferma a galla del mare magnum del web. Un mare tanto impetuoso quanto effimero. Ché, oltre al post su Facebook, la madre del sedicenne disabile malmenato non va. Ma la notizia, ormai pubblica, circola e circola, fino a raggiungere i carabinieri. Che ovviamente chiedono spiegazioni. E la vicenda viene ricostruita come segue: sabato pomeriggio il ragazzino assiste a una partita di calcio al campo sportivo di Villa di Briano.
E invece un senso deve avercelo avuto. Convocata in caserma, la donna riferisce i fatti, ma chiarisce che non intende sporgere querela. «Ha chiesto scusa». Ma non basta. È un reato per il quale si può procedere d’ufficio. E i carabinieri informano la Procura di Napoli Nord. Ché, no, non tutto nasce, si sviluppa e muore sul web. C'è, ancora, un mondo, oltre lo schermo e la tastiera.