Discarica con le fumarole,
il Comune paga un milione

Discarica con le fumarole, il Comune paga un milione
di Giuseppe Miretto
Sabato 13 Marzo 2021, 09:28
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È un incendio che non si riesce a spegnere. Dopo quasi 18 anni, la combustione incontrollata della discarica, ovvero dell'ex sito di trasferenza dell'ex Foro Boario, continua a produrre danni alle casse del comune. Sfondato il tetto del milione di euro di danni, accumulati in 15 anni. Paga sempre e solo l'ente locale: sia per «inadempienza nella gestione dei rifiuti solidi urbani» ma anche a causa di una «gestione omissiva o carente della discarica urbana dell'ex-Foro Boario dal 2003 al 2009», il comune di Maddaloni dovrà risarcire pure le aziende (perdita fatturato, perdita valore immobiliare e chiusura delle attività) almeno per 400 mila euro. A cui si aggiungono gli indennizzi a tutte le persone residenti nella arre circostanti, bersagliate da diossine prodotte in 40 mesi dalla combustione di 4500 tonnellate di rifiuti.

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È una stima, tutta da completare, allegata alla sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e firmata dal giudice unico Raffaelina Chioccarelli. E non è finita. Sconfitto dalle aziende, sconfitto dai privati, il comune di Maddaloni è stato sconfitto anche dalle istituzioni: ha dovuto accollarsi, per «omesso riconoscimento dei danni ambientali procurati dalla gestione dell'emergenza rifiuti (anni 2004-2007», circa quattro milioni euro che pretendeva dalla Fibe, dall'Acsa Ce3 e dell'ex Commissario di Governo considerati erroneamente corresponsabili sia dell'ubicazione che dalle gestione dell'ex Foro Boario. Pagati con fondi comunali anche gli interventi di rifacimento del «panettone» cioè del tappo di argilla che ha cercato inutilmente di sigillare l'invaso per circa quattro anni. L'unico ristoro ottenuto dalla Regione è stato il contributo allo svuotamento e bonifica del sito, avviato nel 2015 e formalmente chiuso nel 2019, pari a 700 mila euro. «Abbiamo perso il conto delle sconfitte rimediate in 15 anni si limita a commentare il sindaco Andrea De Filippo- guido l'unico comune della Campania che ha rimediato una doppia condanna: negligenza di gestione e risarcimento ai cittadini.

E per non farci mancare nulla pende anche una richiesta di danno biologico invocato tra le concause per l'insorgenza o nella complicazione di patologie gravi. Stiamo scontando oggi, e scaricando sulle giovani generazioni, i danni causati da scelte improvvide fatte 15 anni fa». Ma chiuso un fronte giudiziario, collegati ad un disastro ambientale, se né è aperto un altro.

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Il caso delle esondazioni fognarie del collettore ex Casmez si è trasformato in una valanga di esposti. Ieri mattina, l'onorevole Antonio Del Monaco (M5S), in qualità commissario della Commissione Difesa e Sicurezza ma soprattutto di membro della «Commissione bicamerale d'inchiesta sul traffico illecito dei rifiuti Ecomafie» ha presentato un esposto, contro ignoti, presso la stazione dei Carabinieri di Maddaloni. «Siamo al cospetto spiega- di un disastro ambientale aggravato, che sì perpetra impunemente da oltre un ventennio. Ho chiesto che venga effettuata opportuna indagine, per riscontrare eventuali responsabilità a carico di chicchessia. Non stiamo parlando di un disagio locale ma di un disastro di proporzioni sovracomunali che danneggia aziende, comuni, abitazioni private, infrastrutture. La cosa ancora più sconvolgente è che non si tratta di acque bianche ma di scarichi fognari». Oltre al censimento dei danni e dei disagi per la vita quotidiana dei cittadini, si punta il dito sulla natura e l'origine degli sversamenti. «La cosa più inaccettabile insiste il parlamentare- è l'immissione a monte nel collettore ex-Casmez, da parte dei paesi dell'alto Sannio, che poi comporta lo scarico in via Cancello. Tutto questo sistema lacunoso poi non ha alcun collegamento con il depuratore di Acerra. Si faccia luce perché lungo il tracciato, probabilmente potrebbero esserci innesti non autorizzati. Si individuino tutti i reati commessi». Intanto, una prima sentenza potrebbe arrivare il 25 marzo. Il Comune ha impugnato, presso il Tar, le omissioni gestionali dell'ex collettore Casmez attribuite per intero alla Regione Campania.

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