Per aver dato il suo contributo per stilare il manuale «Agromafie» per conto della Coldiretti, era finito in un processo, accusato di abuso d’ufficio. A spedirlo davanti ai giudici erano stati i suoi colleghi, magistrati come lui.
Non avrebbe chiesto il parere al Csm per la consulenza di 60mila euro per la Coldiretti, stando alla procura di Roma. Ieri, il magistrato Donato Ceglie, simbolo della lotta alle Ecomafie in Campania, è stato assolto dalla corte di Appello di Roma perché il fatto non sussiste, dopo cinque anni di battaglie. Una sentenza tombale che spazza via le presunte accuse lanciate da un ex consulente della procura di Santa Maria Capua Vetere - Raffaele Russo - il primo a stilare verbali definiti poi contro Ceglie dalla Procura romana. In primo grado, il magistrato dell’ufficio inquirente di Santa Maria (difeso dai legali Fabio Viglione e Roberto De Vita, con Gennaro Marasca) era stato condannato a un anno e sei mesi. Ma alcuni testimoni della Coldiretti si avvalsero, in udienza, della facoltà di non rispondere. Un processo lungo e complicato, con colpi di scena e ribaltamenti di visioni. La seconda fase è stata meno complicata. Le dichiarazioni di Russo non avrebbero convinto i magistrati della corte di Appello di Roma. Ed è arrivata la sentenza.
«Questa sentenza di assoluzione ha dichiarato l’insussistenza del fatto - spiega ora l’avvocato Viglione - leggeremo le motivazioni, ma siamo sempre stati convinti della correttezza di Ceglie.
Il Csm non aveva accolto le dimissioni e Donato Ceglie restò in magistratura. Motivo: l’organo di autogoverno delle toghe voleva attendere prima l’esito dei procedimenti disciplinari contro il pm che indagò sugli ecoreati e le ecomafie in Campania. Donato Ceglie - fino a qualche anno fa - era l’emblema dell’anticamorra militante. Fu lui a dare un argine al mattone selvaggio nel Villaggio Coppola a Pinetamare: il 19 settembre del 1995, ben dopo 19 anni dalla precedenti speculazioni edilizie, riuscì a far mettere sotto sequestro la darsena e 12 ettari di complessi residenziali dell’impero dei Coppola. Poi, una serie di esposti contro di lui hanno macchiato la sua carriera. Fino a ieri