Droga e armi in due carceri, il Sappe lancia l'allarme: servono più agenti

Trovati anche dei telefoni cellulari in uso ai detenuti

Il carcere di Santa Maria
Il carcere di Santa Maria
di Marilù Musto
Domenica 21 Maggio 2023, 21:18 - Ultimo agg. 21:47
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Due telefoni cellulari, un caricabatteria, un rudimentale tirapugni, due coltelli e un bisturi sono stati sequestrati nella casa circondariale di Carinola dal personale di Polizia Penitenziaria. Anche a Santa Maria Capua Vetere, però, una ispezione degli agenti della penitenziaria ha dato i suoi frutti: in una cella sono stati trovati delle dosi di cocaina purissima, hashish e un telefono cellulare.
A dare la notizia dei due ritrovamenti è stato Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, che commenta così le operazioni: «È sempre grazie all’alta professionalità dei baschi azzurri di Carinola che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna dell’istituto. Durante alcune perquisizioni, giovedì sono stati trovati nella Sezione F del secondo reparto due telefoni cellulari, un caricabatterie, un tirapugni, due coltelli e un bisturi». «Senza un intervento dell’amministrazione - spiega il Sappe - sarà difficile garantire la legalità e la sicurezza. La carenza organica del penitenziario viene colmata dalla professionalità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria. Inoltre, per quanto riguarda l’uso dei cellulari in cella, non si può rinviare un provvedimento che metta in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare l’innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo».
Sul caso della cocaina trovata a Santa Maria Capua Vetere, è ancora una volta Capece a intervenire: «Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni. Nonostante la recente previsione di reato nel Codice penale per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche. Io propongo - conclude Capece - che l’amministrazione penitenziaria, che ben sa in quali critiche situazioni operative lavorano gli agenti e il personale in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, provveda a riconoscere loro un’adeguata ricompensa».
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