Droga, il capo dei pusher voleva urinare
sui fiori per il maresciallo morto

Capua, rione Santagata
Capua, rione Santagata
Marilu Mustodi Marilù Musto
Martedì 21 Giugno 2022, 18:46 - Ultimo agg. 19:18
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«Sono il maestro del fumo». Lo diceva con fierezza Claudio Monaco, 51 anni di Capua, conosciuto da tutti come il «cavuotto» a causa di un difetto all’occhio. Sarebbe stato lui a dire in una intercettazione telefonica che avrebbe urinato sui fiori posizionati nel punto della strada dove morì il maresciallo dei carabinieri, Antonio Montaquila.

Il militare, in servizio alla stazione dell’Arma a Formicola, fu investito e ucciso da un’auto a Capua mentre faceva jogging, nel settembre del 2020: conosceva bene la gang degli spacciatori per essere stato a capo di ispezioni e blitz nel rione Carlo Santagata più volte e il destino volle che ad ucciderlo fosse poi un uomo risultato positivo al test per l’uso di sostanze stupefacenti.

Il suo investitore è stato condannato a un anno e quattro mesi di carcere, pena sospesa, per omicidio stradale. 

Ieri, i carabinieri di Capua coordinati dal colonnello Paolo Minutoli, proprio ne rione intitolato all’eroe della Resistenza Carlo Santagata, hanno arrestato 11 persone accusate di spacciare nel quartiere, ma anche a Caiazzo e ad Aversa: fra loro c’era proprio Claudio Monaco che in una intercettazione parla sulle limitazioni allo spaccio a causa della pandemia nell’ottobre del 2020, quando la curva Covid era in risalita avrebbe detto al suo interlocutore: «Dobbiamo dimezzare l’approvvigionamento perché se arriva un nuovo lockdown restiamo con la droga in mano». Monaco, 51 anni, si trovava dietro alle sbarre già da qualche tempo: a lui il provvedimento è stato notificato in cella. Dall’hashish al crack e poi alla cocaina: l’«azienda multinazionale», come si definiva la banda, era capace di vendere un intero pacchetto di hashish a 700 euro, ma non disdegnava la vendita al dettaglio del «fumo». Gli acquirenti davano appuntamento allo spacciatore su WhatsApp utilizzando un linguaggio criptico, ma l’interlocutore sapeva bene a cosa si riferisse tant’è che chiedeva solo il posto e l’orario in cui incontrarsi. Per il gruppo il Parco Primavera di Capua era una sorta di fortino, definito dagli indagati la «base di Batman», munito di telecamere di videosorveglianza, con vedette pronte ad avvisare dell’arrivo di carabinieri e polizia. Il «maestro che comanda tutto quanto» era Claudio Monaco e altri si definivano «il braccio operante». In carcere, quindi, sono finiti Antonio Di Rienzo di 53 anni e sua moglie Lucia Amendola di 54 anni. I fratelli Davide e Fabio Mandesi, 27 anni il primo e di 26 il secondo. I due fratelli gestivano la base tenendo sotto scacco i residenti onesti del parco residenziale; la droga veniva infatti nascosta nelle intercapedini della cantine, nel vano ascensore, mai in casa dei pusher. E in carcere sono finiti, poi, il fratello di Claudio Monaco, Roberto, che di anni ne ha 55, Carmine Pistone di 31 anni e Arcangelo Piucci di 31 anni pure lui. Nessuno lavorava e tutti vivevano grazie al commercio di droga. 

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Agli arresti domiciliari sono finiti Stefano Insero di 38 anni di Caiazzo, Luigi Verrone di appena 21 anni di Capua e Giuseppe Vilardi di 47 anni, l’unico che ufficialmente aveva un lavoro: è un taglialegna conosciuto in città per la sua attività. Durante l’operazione dei carabinieri, ieri, sono stati trovati nella controsoffitta di due abitazioni e sequestrati circa due chili di sostanza stupefacente, per un valore complessivo di 30.000 euro e somme contanti pari a 13.590,00 euro. In un muro delle cantine di uno dei palazzi, sono stati scoperti 17 panetti di hashish del peso di 1800 grammi, per un valore di mercato di 13 mila euro e un bilancino di precisione. L’operazione di ieri è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale Caserta, coadiuvati in fase esecutiva dal nucleo cinofili di Sarno, ma articolata attività d’indagine è stata portata avanti dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Capua, coordinati dalla procura della Repubblica di Napoli, Direzione distrettuale antimafia. 

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