Droga sparita dalla caserma,
finanzieri assolti in Campania

Droga sparita dalla caserma, finanzieri assolti in Campania
di Mena Grimaldi
Sabato 24 Febbraio 2018, 17:26 - Ultimo agg. 17:31
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Assolti perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza emessa dal collegio del giudice Orazio Rossi del Tribunale di Santa Maria Capua per il maggiore della Guardia di Finanza, Francesco Nasta, e per i due suoi colleghi Pasquale Topa e Antonio Casciari. Il dispositivo è stato letto nel tardo pomeriggio di ieri dopo una lunga camera di consiglio. Bisognerà ora attendere novanta giorni per il deposito delle motivazioni.

Nell'udienza del 27 gennaio scorso, il pm Gerardina Cozzolino aveva chiesto 10 anni di reclusione per Nasta e 8 anni per Topa e Casciari. Una vicenda particolare che aveva creato molto scalpore quella legata ai tre finanzieri, all'epoca dei fatti tutti in servizio presso la caserma di Aversa. Nasta era imputato con l'accusa di essersi appropriato di 4 chili di cocaina sostituita con dei panetti di Das al fine di ricreare il reperto conservato nella cassaforte della caserma. Casciari e Topa, invece, erano imputati per esserne stati complici nella falsa distruzione. Nel 2016, alla fine delle indagini coordinate dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, il maggiore che era al comando del Gruppo, Nasta, fu l'unico colpito da ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, poi scarcerato dal Riesame.

I fatti contestati agli ufficiali, sui quali indagarono i carabinieri del Comando provinciale di Caserta e Aversa, risalgono al 2010 e al 2012, quando Nasta ricopriva ad Aversa il ruolo di Comandante del Nucleo Operativo di Pronto Impiego. Il tutto ebbe origine da due episodi avvenuti tra le mura della caserma di via Nobel tra il 2012 e il 2013: la morte per overdose del finanziere Felice Stringile, 26 anni, e la morte di un altro finanziere in servizio presso quella caserma, il 39enne Fabrizio Ferrara dell'unità cinofila. Fatti inquietanti che diedero il via alle indagini sui presunti prelievi illeciti di droga all'interno della caserma aversana. In una cassaforte contenente reperti sequestrati fu ritrovato un cartone che avrebbe dovuto contenere, così come indicato, circa quattro chili di cocaina sequestrati qualche anno prima dalla Guardia di Finanza di Como. Ma della droga non c'era alcuna traccia. Inoltre, erano stati manomessi i sigilli e al posto dello stupefacente c'era del Das e delle riviste. L'ufficiale responsabile della cassaforte era proprio Nasta. Determinante per le accuse nei suoi confronti, fu la relazione che l'ufficiale inviò al Comando Provinciale della Finanza di Caserta il 19 gennaio 2012 in cui stilava un elenco dettagliato di tutti i reperti custoditi nella caserma di Aversa al 31 dicembre 2011.

 

Nell'elenco mancava proprio il cartone con i 4 chilogrammi di cocaina, ma che compariva nell'elenco inviato al comando l'anno precedente. Un impianto accusatorio che evidentemente non ha retto in dibattimento, anche se bisognerà aspettare 90 giorni per il deposito delle motivazioni e capire nello specifico gli elementi non presi in considerazioni dal collegio del giudice Rossi. Una sentenza di assoluzione, però, che gli avvocati difensori, Giovanni Cantelli e Giuseppe Stellato, si aspettavano. «Siamo soddisfatti - dicono entrambi ma in realtà non poteva essere diversamente visto che c'era stato l'annullamento del Riesame e della Cassazione». Un elemento centrale per i difensori, questo dei vari annullamenti, che su questo concentrarono nella scorsa udienza dello scorso gennaio le loro arringhe. Secondo la difesa, in virtù degli annullamenti, il pm Gerardina Cozzolino non avrebbe portato in aula nuovi elementi a sostegno della tesi dell'accusa. E' probabile che la procura ora ricorra in Appello.
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