Duecento figuranti e 150 coristi: torna il corteo del Calvario

L'evento vanta una tradizione storica di circa un secolo e mezzo

Il corteo del Calvario
Il corteo del Calvario
di Franco Agrippa
Mercoledì 5 Aprile 2023, 10:14
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Dopo tre anni di interruzione, per le restrizioni imposte dalla pandemia, ritorna la processione del Calvario, la tradizionale rappresentazione sacra del venerdì santo. L'evento religioso di fortissima spiritualità, coralmente vissuto da chi abita in città, ma anche dai tanti marcianisani che vivono fuori e fanno di tutto per tornare ed assistere alla processione, ritorna nella sua versione originale dopo la parentesi dello scorso anno in cui fu autorizzato solo il corteo con il catafalco e le statue del Nazareno e dell'Addolorata accompagnato dai religiosi.

L'evento vanta una tradizione storica di circa un secolo e mezzo, istituito dai fratelli della Congrega dell'Agonia di Gesù, è organizzato da diversi anni dalla parrocchia di San Simeone e percorre quasi tutti i quartieri della città.

Il lungo corteo, che partirà proprio dal sagrato della chiesa di San Simeone alle 18,30, sarà preceduto da centinaia di bambini, i maschi vestiti da Nazareno e le femmine da Addolorata e ripercorre le stazioni della Via Crucis, con la raffigurazione di una serie di sequenze dei momenti centrali della passione di Cristo: dall'arresto alla flagellazione, al giudizio davanti al tribunale del sinedrio, all'incontro con Ponzio Pilato, al momento in cui Cristo è costretto a portare la croce, con tutti i personaggi rigorosamente in costume che si rifanno a quelli dell'epoca.

Tra due ali di folla muta e commossa, sfileranno circa 200 figuranti e 150 coristi che, accompagnati dalla banda musicale diretta dal maestro Francesco Saverio Di Lillo, precedono la statua del Cristo deposto dalla croce e della Madonna Addolorata portati a spalla da 120 accollatori che si danno il cambio nel lungo percorso. L'esecuzione dell'Inno all'Addolorata (Quanti sospiri e lacrime, versa Maria dolente) composto dal marcianisano Luigi Salzano all'inizio del secolo scorso, ripetuto dopo ogni stazione della Via Crucis, accentua la profonda spiritualità della processione.

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Davanti al catafalco con le statue del Nazareno e dell'Addolorata il parroco di San Simeone, don Antonio Piccirillo, accompagnato di volta in volta dal parroco del territorio cittadino che si attraversa, conduce la Via Dolorosa con la lettura delle meditazioni ad ogni stazione. Tradizionali anche gli ordini del caposquadra agli accollatori, che risuonano nel silenzio assoluto della circostanza. A chiudere il lungo corteo i rappresentanti delle istituzioni ed una folla di centinaia di persone che cantano a cappella il «Pianto di Maria», una tradizionale nenia con le strofe che si concludono con «Il figlio mio addov'è?». Dopo le ultime soste, a tarda sera, si torna sul sagrato di San Simeone per l'ultimo quadro: Cristo, crocifisso e deposto. Termina così la processione del Calvario che per i partecipanti è più di una rappresentazione sacra, è un cammino di devozione, di riflessione e penitenziale.
 

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