Election day a Caserta, molti anziani
restano a casa: «Mancano le rampe»

Election day a Caserta, molti anziani restano a casa: «Mancano le rampe»
di Marilù Musto
Lunedì 21 Settembre 2020, 12:00 - Ultimo agg. 17:54
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Ore 10 di domenica mattina, nella sezione numero 90 di Casolla - una frazione di Caserta - appena 30 elettori si sono recati alle urne. Folla, niente. Calma, tanta. Gli scrutatori, tutti giovani, ci fanno i conti con questo «andamento lento» e alle 10 e cinque minuti decidono che è il momento della merenda: fuori i panini e le brioche. Giusto il tempo della messa delle ore 11 di don Nicola Lombardi, ed ecco che dopo la benedizione i seggi di Casolla si riempiono un po' di più. Era ora. Anche se siamo solo all'inizio.

Ma l'ordine resta impressionante. «Tutto tranquillo», spiega il poliziotto a guardia del seggio che indica con una mano l'igienizzante e con l'altra la mascherina: «Bisogna alzarla una volta dentro». In pochi si fermano a parlare davanti alla scuola: «C'è il Covid, Caserta è la provincia della regione con più casi, vogliamo tornare a casa. Oggi abbiamo fatto il nostro dovere, ma non vogliamo rischiare. I nostri parenti, coetanei, hanno deciso di non venire», dice una coppia di anziani.

In via Acquaviva, stesso andamento. Qui, di solito c'è folla durante le elezioni, al punto che si fa fatica a parcheggiare. Invece, stavolta, c'è distensione. Un po' di disordine si registra quando viene allontanato un esponente di un partito che si è fermato, in tarda mattinata, a parlare con alcuni conoscenti nei pressi del seggio. Poca roba. Torna il sereno in meno di cinque minuti. Stessa circostanza nel seggio allestito al liceo «Manzoni», ma senza nemmeno tanta fatica si torna alla regolarità.
 

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La normalità di facciata ha contrassegnato il voto casertano, al netto di una buona percentuale di anziani che hanno però deciso di non andare a votare. Il motivo? Non c'è solo il Covid-19. Alcuni plessi sono sprovvisti della discesa per i disabili. Come il seggio all'istituto De Amicis. E, in particolare, proprio lungo corso Giannone per arrivare alla scuola De Amicis, bisogna incamminarsi su un marciapiede pieno zeppo di rovi che cascano dal cantiere di una casa abbattuta.

Un elettore decide anche di girare un video su questo scempio e lo pubblica sui social: «Possibile che nessuno abbia pensato di tagliare queste sterpaglie prima delle elezioni? O, almeno, abbia intimato al proprietario di tagliare l'erba? Le spine rigano i volti di chi attraversa questo marciapiede». Le erbacce sono ancora lì, pure oggi. Le taglieranno dopo il voto, quando i bambini andranno finalmente a scuola. O, almeno, si spera.

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A Sala, nel seggio, a metà mattinata è scattata la pulizia: tutto bloccato per sanificare. Un addetto entra e spruzza i disinfettanti. Poi si ritorna a lavorare. In tanti decidono di andare a votare nel primo pomeriggio: «Pensavamo di trovare folla, invece non c'è nessuno», spiega un giovane elettore. Già, i giovani. Alle urne ci sono soprattutto loro in serata, ma senza assembramenti. «Votiamo e andiamo a bere una birra», dicono.

Andamento lentissimo anche in ospedale, a Caserta dove il flusso è stato continuo e calmo. In strada non c'è la politica. Poca la discussione sul Referendum. Sulle regionale c'è più animazione: «Ho i fac-simile di una decina di candidati a casa - racconta un'insegnante - ma in famiglia siamo solo in tre. Tanti, troppi candidati mi hanno chiesto il voto». Intanto, si aspetta che la folla ci sia anche alle urne. Oggi è l'ultima possibilità.

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