Ci sarà anche il consigliere regionale Giovanni Zannini sul banco dei testimoni nel processo sui presunti brogli elettorali a Mondragone: ieri si è svolta l’udienza del processo a carico della ex presidente di seggio Rachele Miraglia, di Vincenza Marino e delle altre scrutatrici dello stesso seggio, Michela Di Maio e Maddalena Marano difese dagli avvocati Edmondo Caterino e Francesco Lavanga. L’accusa per le componenti del seggio, a vario titolo, è di concorso in falsificazione di schede elettorali. Chi ha manomesso le schede di voto? L’inchiesta è quella sulle presunte falsificazioni a favore proprio del consigliere regionale Giovanni Zannini (non indagato) candidato alle regionali campane di sette anni fa. E Zannini, avvocato di professione, ora presidente VII Commissione consiliare sull’Ambiente in Regione Campania, dovrà a breve comparire in un’aula di giustizia. I carabinieri, all’epoca, impiegarono diversi anni per chiudere il cerchio partendo da un ricorso al Tar Campania presentato dalla candidata Filomena Letizia di Marcianise, considerata una vittima in questo procedimento. Mena Letizia si era presentata alle Regionali 2015 con Giovanni Zannini nella lista «Centro Democratico»;
Zannini fu eletto ma Letizia no: da qui, il ricorso.