È emergenza personale nel Casertano per i settori del turismo, della ristorazione e della grande distribuzione, con il 30-35 per cento in meno della forza lavoro necessaria. In particolare manca quella qualificata, e non solo quella. E il gap potrebbe aumentare nei mesi estivi. A lanciare l'allarme sono Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e Confcommercio Caserta, che chiedono sgravi contributivi per le imprese e nuove modalità di erogazione del reddito di cittadinanza per affrontare il problema nel breve periodo.
«Bene il modello Liguria - fa notare Giuseppe Russo, presidente provinciale Fipe - che potrebbe essere esteso anche alla nostra regione e che prevede sostegni in relazione alla tipologia di contratto ma la nostra proposta va anche oltre e coinvolge i percettori del reddito.
Un dato quest'ultimo non secondario. Cresce infatti il numero delle aziende costrette a chiudere o a ridurre l'orario di attività proprio per mancanza di forza lavoro. «È chiaro che la decontribuzione sulle assunzioni stagionali - chiarisce il presidente provinciale di Confcommercio, Lucio Sindaco - rappresenterebbe una soluzione tampone per affrontare l'imminente stagione estiva e andrebbe adottata solo per alcune categorie di lavoratori e solo per un breve periodo.
Al contempo la politica - aggiunge Sindaco - dovrebbe iniziare a lavorare ad una rivisitazione del reddito di cittadinanza e più in generale ad una riforma del mercato del lavoro. In Italia manca infatti una politica attiva del lavoro, manca l'intermediazione dei centri per l'impiego che possa incrociare domanda e offerta e manca una educazione al lavoro. Quando le aziende formulano un'offerta nel rispetto di quanto previsto dalla contrattazione collettiva, i percettori dovrebbero essere obbligati ad accettare, pena la perdita del sussidio. Questo invece non avviene. Al contrario. Il reddito di cittadinanza è diventato infatti un incentivo al lavoro nero e irregolare. Con conseguenze nefaste per tutti», conclude il presidente di Confcommercio Caserta.