Esorcismi e abusi, la minaccia: «Se non ritira la denuncia la faccio indagare: è gay»

Esorcismi e abusi, la minaccia: «Se non ritira la denuncia la faccio indagare: è gay»
di Mary Liguori
Lunedì 19 Marzo 2018, 10:36
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Saranno nominati oggi i nuovi difensori dei genitori della 14enne al centro dello scandalo esorcismi e abusi a Casapesenna. Madre e padre della ragazzina affidata alle «cure» spirituali di don Michele Barone finirono in un primo momento ai domiciliari, ma successivamente il gip ha concesso loro il solo divieto di avvicinamento alla ragazzina ma ha sospeso la potestà genitoriali ad entrambi. Una decisione motivata con quando emerso dalle indagini dalle quali si evince che non solo i genitori erano presenti ai violenti rituali esorcisti e li approvavano, ma secondo loro quelle erano le uniche «cure» utili alla ragazza.

Sia il sacerdote finito in carcere che i genitori erano difesi fino a pochi giorni fa dall'avvocato Carlo Taormina, ma sabato il penalista ha rinunciato all'incarico per i due coniugi e lavorerà solo per don Barone. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere vi era un profilo di incompatibilità nella difesa contemporanea dei tre indagati. Ciò trova una spiegazione alla luce delle ultime intercettazioni depositate dal pool inquirente diretto dal procuratore aggiunto Alessandro Milita e composto dai sostituti Alessandro Di Vico e Daniela Pannone. Dai dialoghi captati dalle cimici della polizia sui telefoni di Barone e del poliziotto Luigi Schettino, tutt'ora ai domiciliari, sembra infatti che le pressioni finalizzate a indurre la sorella della vittima a ritirare la denuncia contro il sacerdote non siano state le sole. Sembra infatti che il prete abbia minacciato anche i genitori della ragazzina quando ha appreso che sua sorella aveva sottoscritto un esposto al commissariato di Chiaiano.

La ragazza, preoccupata per quanto avveniva durante i rituali e allarmata dalla magrezza della sorella, costretta a mangiare solo latte e biscotti e ormai sull'orlo dell'anoressia, decise infatti di chiedere l'intervento della polizia, oltre che quello del vescovo Angelo Spinillo, al quale pure si rivolse per bloccare gli esorcismi. Non fu però ascoltata da nessuno e, quel che è peggio, secondo i pm, l'allora commissario di Maddaloni cercò di fare in modo che ritirasse la denuncia. Ora si apprende che per convincere la giovane a fare dietrofront, Barone si mosse su più fronti. Anche e soprattutto sul campo a lui più congeniale, vale a dire quello dei genitori della vittima che avevano - ed hanno - in lui una fiducia cieca. Secondo i pm, dunque, il sacerdote fece pressioni anche sulla famiglia. Dalle intercettazioni tra Schettino e il prete emerge che i due avevano un rapporto molto stretto e che Barone minacciava i genitori della ragazzina, dicendo che se la sorella non avesse «smesso di disturbare», l'avrebbe fatta controllare dal commissario Schettino «per via della sua omosessualità». Una frase che si incastra perfettamente nello scenario da inquisizione medievale in cui si cala l'intera vicenda degli esorcismi.

Una storia, quella che si è sviluppata tra Casapesenna, Maddaloni e Mejugorie, nella quale appare sottile e troppo fragile il confine tra il ruolo di un sacerdote, quello di un poliziotto, e la percezione che di essi possono avere persone estremamente credenti. Persone disposte a credere veramente tutto. Tanto da diventare fedeli a una guida spirituale oltre ogni logica, a percepirlo come un essere idolatrare, da seguire, fino alla fine. Anche se la fine sono quegli esorcismi violenti, ovvero dei maltrattamenti, nei confronti di una ragazzina di soli 14 anni che forse era solo un po' depressa e che ebbe la colpa di dichiararsi atea e di non avere particolare simpatia per i preti. Tra le intercettazioni che la procura ha di recente depositato ci sono dunque anche delle minacce velate a loro, ai suoi fedelissimi. S'insinuano col tono di una paternale. Lambiscono il confine del consiglio di un «amico», poi lo sfondano. Tanto da apparire alla procura come vere e proprie intimidazioni: se vostra figlia non ritira la denuncia... beh faccio in modo che Schettino indaghi sui suoi giri... sui suoi contatti... lei è omosessuale.... È il succo di un discorso che secondo la Procura potrebbe nascondere anche altro.

 

Nel corso della prima fase delle indagini, iniziate nel mese di luglio, è emerso che almeno altre due minori, entrambe di quindici anni, sono state affidate alle «cure» e ai «rituali» di don Barone. Ma, negli ultimi giorni, altre persone hanno parlato con i pm affermando di aver subito trattamenti analoghi a quelli ricostruiti con i video che la sorella della vittima ha consegnato alle Iene e con i filmati che la polizia ha trovato nel corso delle perquisizioni che hanno seguito gli arresti.
Si tratta di persone che credevano di essere affette da disturbi da possessione demoniaca e che, attraverso un passaparola, hanno conosciuto don Barone, le cui pratiche esorcistiche a quanto pare erano note non solo nel Casertano, ma anche nel Sannio e nell'area vesuviana. Gente che si è affidata al prelato e che ora, alla luce di tutto ciò che sta emergendo, hanno compreso che quei riti forse non avevano nulla di religioso.
La Procura diretta da Maria Antonietta Troncone sta lavorando senza sosta e dal giorno degli arresti lo scenario si è infittito e si è popolato di molte altre figure, sia sul fronte delle vittime che dei responsabili degli abusi.
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