Esorcismi su minori, l'indagine dal suicidio di un adepto di una setta satanica

Esorcismi su minori, l'indagine dal suicidio di un adepto di una setta satanica
di Mary Liguori
Sabato 24 Febbraio 2018, 08:50 - Ultimo agg. 18:02
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L’indagine è iniziata alcuni mesi fa. In un modo stranissimo, prologo dello scenario assurdo che si è palesato ieri con l’arresto del sacerdote Michele Barone, del poliziotto Luigi Schettino e dei genitori di una ragazza privata della libertà, abusata, percossa e denutrita. Nel nome di Dio. O meglio di ciò che i personaggi implicati in questa triste vicenda spacciavano per volere di nostro Signore. La setta di don Barone conta decine di adepti e nel silenzio della Diocesi, nel tempio di Casapesenna e nella cappella della Madonna di Nazareth, avrebbe praticato per anni esorcismi e altri rituali di «liberazione» dalla possessione demoniaca che la Chiesa riconosce, ma che in questo caso non aveva autorizzato. 

La genesi, dunque, dicevamo. Un giovane, nei mesi scorsi, fu ritrovato morto a Maddaloni e la procura di Santa Maria Capua Vetere aprì un’indagine per istigazione al suicidio. Poche ore dopo, il dirigente del commissariato, Luigi Schettino, si presentò in procura, e una volta al cospetto del pm, si aprì la camicia per mostrare una grossa corona. Dinanzi agli occhi stupefatti del magistrato esclamò: «Il ragazzo si è suicidato perché fa parte di una setta satanica: l’ho appreso da un altro seguace dello stesso gruppo che me lo ha riferito mentre io e don Michele Barone la sottoponevamo a un esorcismo». Facile immaginare lo sbigottimento che la sortita del commissario provocò in procura. Difficile, all’epoca, prevedere cosa sarebbe venuto fuori dallo sviluppo di quell’indagine. Nei giorni scorsi, il servizio de «Le Iene» ha portato allo scoperto la vicenda e ieri il prete e il poliziotto sono finiti rispettivamente in carcere e ai domiciliari. Grazie anche alla denuncia della sorella di una delle vittime. E si è delineato uno scenario pazzesco. Con il poliziotto accusato di avere per lungo tempo preso parte ai riti del sacerdote e di avere aperto addirittura un’indagine sulla base delle informazioni che avrebbe appreso mentre, sempre insieme al sacerdote, «esorcizzava» povere ragazze in realtà affette da disturbi psichici. Il vicequestore Schettino è stato in passato a capo del posto fisso di polizia a Casapesenna. Da poco più di un anno dirigeva il commissariato di Maddaloni, ma sognava di entrare in Dia. Forse, chissà, ce l’avrebbe fatta. Ma a quanto pare, nonostante le sue ambizioni professionali, l’amicizia col prete andava oltre tutto e tutti. E, soprattutto, la sua «fede» era quasi ossessione tanto da offuscare anche la ragione e indurlo a indagare su ciò che apprendeva durante gli assurdi rituali cui partecipava. I due, dunque, sono legati da un laccio che va oltre la fede e soprattutto oltrepassa i confini di ciò che è lecito sia da un punto di vista penale che religioso. Il «don», si è appreso già nei giorni scorsi, ha anche celebrato il matrimonio del commissario che a quanto pare è uno dei suoi più ferventi seguaci. Il sacerdote organizzava di frequente visite a Medjugorie. Anche questo aspetto è finito nel mirino degli investigatori.

 

Eppure, quel prete era chiacchierato da tempo. Amico dei vip, ospite fisso dei talk show, più volte ha preso parte al salotto pomeridiano di Barbara D’Urso. Ma a Casapesenna, paese che ha dato i natali al boss casalese Michele Zagaria, la loro amicizia faceva storcere il naso a più d’una persona. Perché don Michele Barone è anche il cugino di un pentito di camorra. Che porta il suo stesso nome e cognome e solo da un anno è passato a collaborare con la giustizia. Barone il pentito è colui che, secondo la Dda, fece delle estorsioni all’attuale sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa, lo stesso politico che proprio il prete ha fotografato di nascosto mentre conversava con l’ex primo cittadino oggi alla sbarra per concorso esterno in associazione mafiosa. Tra le sette sataniche da sgominare, per il commissario, e le indagini fai da te del sacerdote, i suoi deliri d’onnipotenza che addirittura l’hanno indotto a sostituirsi a medici e psichiatri, la storia potrebbe essere ancora molto lontana dall’epilogo. La sensazione è che altri sapessero cosa accadeva a Casapesenna e a Maddaloni e che abbiano taciuto, mentre avrebbero potuto parlare e mettere fine alla follia molto tempo fa. 
ma.lig.

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