Esposito al museo: mostra che vale «'a capa e Napule»

Le opere dell'artista
Le opere dell'artista
di Luigi Di Lauro
Domenica 20 Novembre 2022, 09:49
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Due importanti appuntamenti in programma al Museo provinciale campano, la presentazione del libro del direttore Gianni Solino e la mostra di Lello Esposito. «Rosso di sera. Quando c'era Berlinguer» è il titolo del testo di Gianni Solino, presentato questa mattina con Capua il Luogo della lingua festival, sotto l'egida  del Patto per la lettura di Capua. Con l'autore ci saranno la scrittrice Marilena Lucente ed il sindaco Adolfo Villani, introdotti da Giuseppe Bellone, direttore artistico del festival letterario che celebra la scrittura nella città del Placito capuano.


Ricordare la storia, non solo dal punto di vista generale, quello cioè della Storia con la maiuscola, quanto piuttosto della storia piccola, minuta, delle tante piccole storie di tante persone, militanti, città e territori che tutti insieme compongono poi la Storia con la maiuscola. È quello che fa Gianni Solino nel suo libro, forte dell'esperienza che sin da ragazzo lo ha accompagnato nelle innumerevoli attività, oggi nelle vesti di direttore di una tra le realtà museali più significative nel testimoniare la memoria del nostro territorio.

Dai libri alle creazioni artistiche del maestro Lello Esposito il percorso è breve attraverso le incantevoli sale di palazzo Antignano.

«Ave Mater»: l'inaugurazione, o meglio il prosieguo dell'esposizione avvenuta nel pomeriggio di ieri, e già numerosi i visitatori per ammirare le opere, venti, pittoriche e scultoree che abbracciano un lungo arco di tempo del percorso creativo dell'artista. È un viaggio tra archeologia e arte contemporanea, un dialogo costante tra passato e presente. Le opere di Esposito si inseriscono tra i preziosi e unici pezzi di archeologia che compongono l'esposizione stabile del museo e con essi un racconto fatto di miti, tradizione, territorio, femminilità.

Le figure delle Matres Matutae, sempre in primo piano, che affondano le loro radici nella mitologia romana e vengono individuate come protettrici della nascita di uomini e cose, si confrontano e si congiungono con le icone caratteristiche dell'arte di Esposito, i suoi riconoscibili «segni e simboli» quali il Vesuvio, la maschera e Pulcinella, particolarmente ammirata per la vicinanza al popolo locale che ricorda il commediografo Silvio Fiorillo, la Sirena e la testa di donna che simboleggia Marianna, «'a capa e Napule». «Mi piace pensare che le mie opere - ha sottolineato il maestro Esposito - abbiano riportato il colore nell'immenso patrimonio di questo importante museo che - con la sua sezione archeologica, quella medioevale e la preziosa biblioteca - rappresenta uno dei principali siti museali della nostra regione».

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