Export, batosta da Covid:
in 12 mesi 84 milioni persi

Export, batosta da Covid: in 12 mesi 84 milioni persi
Martedì 9 Marzo 2021, 08:33 - Ultimo agg. 18:51
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Quanto è costato finora il Covid per l'export di Caserta in termini di fatturato? Nei primi nove mesi del 2020 il conto presentato dalla pandemia ammonta a 84 milioni di euro. Differenza che si ottiene mettendo a confronto il fatturato complessivo al terzo trimestre (822 milioni) con quello dello stesso periodo del 2019, che aveva raggiunto i 906 milioni. Regge, e anche molto bene, l'agroalimentare, con il mercato Usa in forte espansione. Lo rivelano i numeri forniti da Exportpedia, database che alimenta il Sistema Informativo ExportPlanning con informazioni su commercio mondiale, dati macro-economici, indicazioni generali e finanziarie delle esportazioni nei vari territori italiani.

Cominciamo con uno sguardo d'insieme a livello regionale. Dove le sorprese non mancano. Salerno locomotiva Una batosta forte si è abbattuta sulla provincia di Napoli, che scende dai quasi cinque milioni di euro toccati al terzo trimestre 2019 ai quattro milioni e mezzo dello stesso periodo 2020.

Notevole anche il calo irpino: in provincia di Avellino il fatturato dell'export scende al di sotto del milione di euro, arrivando a 919 milioni, ben 241 in meno rispetto al 2019.

Più contenuto il dato sannita: in provincia di Benevento si passa dai 187 milioni del 2019 ai 154 del 2020. E in questo contesto spicca la performance della provincia di Salerno, che trascinata dall'agroalimentare (in particolare da conserve e succhi di frutta) ha osato, sfidato ed è passata da 1.892 a 1.944 milioni di euro. Una vittoria il cui valore va molto al di là del pur importante incremento di fatturato, pari a 52 milioni. 

A Caserta non è andata altrettanto bene, ci racconta Exportpedia, e ora l'attesa è per i dati definitivi del 2020, per capire quale sarà stato il fatturato rispetto al miliardo e 216 milioni del 2019. Intanto vediamo quali sono i partner stranieri più importanti per la nostra economia. Germania primo mercato Nel 2020 quello tedesco si è confermato il primo interlocutore commerciale per il nostro export, grazie in particolare al settore agroalimentare, assorbendo il 16% sul totale delle esportazioni. Che tradotto in milioni di euro, vuol dire 139 milioni, livello che si è mantenuto stabile anche in piena pandemia. Un po' in controtendenza rispetto a un calo generalizzato delle commesse sia a livello di Unione Europea che extra Ue.

I decrementi più forti sono quelli che riguardano le esportazioni in Spagna (calo del fatturato di 30 milioni), Francia (meno 24 milioni), Polonia (meno 9 milioni) e Regno Unito (meno 5 milioni). Peraltro il segno rosso - che indica un peggioramento dei ricavi - si estende dall'Africa (calo di esportazioni in Marocco di quattro milioni) al continente americano (due milioni in meno in Canada), ma ci sono delle importanti eccezioni. A cominciare dagli Usa, che hanno importato più made in Caserta, salendo da 42 a 62 milioni.

Segnali positivi anche dalla Cina (dove le nostre esportazioni sono aumentate da 6 a 9 milioni) e in Russia (da 4 a 7 milioni). I settori La nostra economia si è aggrappata all' export agroalimentare, e i numeri ci dicono che ha fatto bene: gli incassi sono passati dai 233 milioni del 2019 ai 278 del 2020, con un incremento di 45 milioni. La metà di questa performance è merito della mozzarella e dei formaggi. Compensato così il crollo dei fatturati nell'export legato al sistema moda, che raccoglie abbigliamento e calzature, ma anche cuoio, pelletteria e gioielli. Non è decollato nemmeno il settore legato agli oggetti per la salute. E oltre 60 milioni di euro in meno sono difficili da ammortizzare.

Vale lo stesso per i prodotti in plastica o in vetro, o per i mobili da ufficio: qui il calo delle esportazioni è costato quasi trenta milioni di euro. Appena lenito dal settore degli elettrodomestici, salito da 16 a 17 milioni. Vale lo stesso per la metalmeccanica: a fronte di un calo del fatturato export di 20 milioni, c'è in controtendenza l'industria aereonautica, che aumenta gli introiti per dieci milioni di euro. Stabile, infine l'industria farmaceutica, a quota dieci milioni di euro, in un contesto che vede l'Italia sesto Paese esportatore al mondo.

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