Ferdinando IV torna a San Leucio
accolto da entusiasmo e polemiche

Ferdinando IV torna a San Leucio accolto da entusiasmo e polemiche
di Nadia Verdile
Lunedì 30 Maggio 2022, 07:27 - Ultimo agg. 10:35
4 Minuti di Lettura

«Svelata» la statua di re Ferdinando IV di Borbone, sotto un sole cocente, tra il tripudio dei neoborbonici accorsi numerosi con le bandiere della real casa e i residenti leuciani. Nella rotatoria delle polemiche, assiso su un piedistallo di marmo, il re che ha legato il suo nome fortemente alla colonia della seta, guarda verso la città, all'incrocio di sei arterie che congiungono le frazioni Sala, Briano e San Leucio.

«È un lavoro durato due anni - spiega Battista Marello, parroco-artista autore dell'opera - dai bozzetti alla realizzazione. È in sé il racconto di una storia, la storia di questa città, di questo borgo e della gente che da secoli lo abita». Realizzata in bronzo, alta 2metri e 20 centimetri, con un peso di circa 500 chilogrammi, è «una scultura spiega l'assessore alla Cultura Enzo Battarra a tutto tondo, sul davanti c'è il re che sorregge il Codice delle leggi, alle sue spalle sono rappresentati i simboli di San Leucio: l'arco con i leoni, la filanda e la ciminiera, il belvedere, insomma, il racconto del borgo». La benedizione l'ha impartita don Vincenzo Bruno, parroco di Sala. «Ferdinando IV di Borbone ha detto il sindaco Marino saluterà da qui l'arrivo dei turisti al borgo di San Leucio.

Non poteva esserci mano migliore a realizzare l'opera poiché don Battista Marello si identifica da decenni con questa comunità. Si tratta di un progetto avviato negli anni scorsi e che oggi si conclude come dono ai cittadini del borgo e come omaggio alla città». Ma la statua di Ferdinando IV ha innescato molte polemiche. Prima fra tutte quelle dell'Istituto casertano per la storia del Risorgimento che ha parlato di inopportunità per un «sovrano assoluto, feudale e nemico dell'Unità nazionale».

Anche qui, la storia tirata per la giacchetta. «Agli storici del Risorgimento ha risposto Marello dico che bisogna smettere di essere partigiani e che la storia va raccontata immersa nel tempo in cui si è dipanata. Cosa sarebbe stata Caserta senza i siti reali, senza la Reggia?». Non solo polemiche di tipo storico. Da più parti è stata sollevata la questione che per l'arte pubblica sia necessario bandire concorsi nazionali e provvedere, democraticamente, ad una selezione tra i migliori artisti in circolazione. «A Caserta - dice Francesco Capasso, che all'arte ha dedicato la vita - le opere di Battista Marello sono tante, sono tutte affidate a lui da trent'anni a questa parte e così tanti giovani artisti casertani sono costretti a lavorare altrove».

Video

Chiarisce la scelta della sua amministrazione il sindaco Marno: «Il lavoro è stato affidato a Battista Marello per due ragioni fondamentali. La prima è che ha lavorato gratuitamente. I soldi utilizzati per la sua esecuzione sono serviti esclusivamente per realizzazione, per il materiale insomma, che in questi ultimi mesi ha visto anche un incremento di costo altissimo. La seconda è che Battista Marello credo sia uno dei più profondi conoscitori della storia del territorio ed in particolare di San Leucio e della seta». Polemica anche da parte dell'associazione Corteo storico: «Ci siamo sentiti ospiti in casa nostra. Avremmo potuto portare decine e decine di figuranti, ma non ci hanno voluti e chi era lì con abiti ispirati al tempo dei Borbone non era figurante del nostro corteo che ha una storia decennale fatta di studi rigorosi e filologici». Della minoranza, giocando in casa, c'era Pasquale Napoletano: «La mia famiglia, i Bologna, ha contribuito alla crescita della città della seta. La statua doveva essere il momento conclusivo della realizzazione della bretella che da due anni non trova fine. Questa fu la città della seta, poi una scellerata politica di destra, centro e sinistra, negli anni, l'ha ridotta in questo stato. Oggi solo proclami».

© RIPRODUZIONE RISERVATA