Il figlio dell'«angelo di Carditello»
rischia 12 anni di cella per spaccio

Il figlio dell'«angelo di Carditello» rischia 12 anni di cella per spaccio
di Biagio Salvati
Sabato 6 Aprile 2019, 12:30
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C'è anche Giovanni Cestrone 23 anni, di San Prisco, figlio dello scomparso Tommaso, il colono e custode del Real Sito di San Tammaro definito «l'angelo di Carditello» - tra i destinatari di una richiesta di condanna per spaccio di droga che aveva scelto con altri dieci coimputati il rito abbreviato fissato davanti al gup Romano del tribunale di Napoli. Ieri, il pubblico ministero Luigi Landolfi ha chiesto oltre un secolo e mezzo di pene per gli imputati accusati di diversi episodi di spaccio commessi negli scorsi anni sull'Appia, tra Portico di Caserta e Santa Maria Capua Vetere. Per Cestrone sono stati chiesti 12 anni di reclusione ma le richieste arrivano fino a 20 anni (destinatari, Tommaso D'Angelo e Pasquale Regino). Per altri otto imputati le richieste variano dai 14 ai 10 anni: si tratta di Paolo Buono, Maria Cristillo (richiesta:14), Francesco Dell'Imperio (12), Pasquale Farina (10), Domenico Funiciello (12), Vincenzo Mauro (14), Dario Mingione (14) e Marcello Paolella (12).
 
L'inchiesta, condotta dai carabinieri di San Prisco che hanno sgominato il gruppo di pusher informatici, aveva portato nell'estate dello scorso anno a smantellare una rete dello spaccio nei comuni di San Prisco, Santa Maria Capua Vetere, con base di approvvigionamento a Frignano. L'accusa, a vario titolo, è di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio e cessione in concorso di sostanze stupefacenti. L'attività investigativa, condotta dall'ottobre del 2015 al marzo 2016, è stata sviluppata con intercettazioni telefoniche ed ambientali, l'acquisizione e lo sviluppo dei tracciati del traffico telefonico delle utenze in uso agli indagati nonché attraverso servizi di osservazione pedinamento e riscontro che hanno consentito di edificare un «solido compendio indiziario-probatorio in ordine alla sussistenza ed operatività di un'associazione dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo hashish e cocaina», stabilmente operante nelle zone di San Prisco e nei paesi limitrofi della provincia di Caserta. Lo spaccio avveniva all'esterno di un bar. Usati, come spesso accade, termini in codice per identificare la droga: vongole, libretti, caffè, cose buone buone e altro facilmente oramai intuibile nel corso delle intercettazioni. Cestrone è stato coinvolto anche in una diversa inchiesta riguardante lo spaccio di droga all'esterno del lice Nevio di Santa Maria ed è stato condannato anche per detenzione di un fucile ricettato mentre il primo reato per droga risale al 2013. Nel processo sono impegnati gli avvocati Francesco Nacca, Teodoro Serino, Mirella Baldascino. Domenico Pigrini, Giuseppe Stellato e Gianluca Giordano. Nel processo figurano altri imputati che hanno scelto il rito ordinario: tra questi, una straniera moglie di uno degli imputati, Katya Stalzka, per la quale era stato disposto il rinvio a giudizio. La sentenza è prevista a giugno.
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