Forniture all'ospedale di Caserta,
Dell'Accio e Di Vico a giudizio

Forniture all'ospedale di Caserta, Dell'Accio e Di Vico a giudizio
di Marilù Musto
Venerdì 22 Febbraio 2019, 13:00
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Turbativa d'asta per gli appalti sbloccati dall'Asl Napoli 1 e dall'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. Le ditte «favorite» per l'assegnazione di lavori o la fornitura di apparecchiature, per il pm Valter Brunetti della procura di Napoli, erano sempre le stesse, quelle di Vincenzo Dell'Accio, legato a doppio filo con lady Asl, l'ex dirigente dell'azienda sanitaria Loredana Di Vico.

E Dell'Accio e Di Vico affronteranno il processo davanti ai giudici della prima sezione, collegio B, presidente Francesco Pellecchia. Dopo una storia sentimentale finita, appalti con prezzi maggiorati anche di 250mila euro, emoticon con tanto di faccine sorridenti, occhi strizzati e coriandoli nelle chat di whatsapp fra i due vertici della storia, lei dirigente Asl, lui imprenditore di successo, si incontreranno il 2 aprile come imputati nel palazzo di giustizia di Napoli accompagnati dai loro legali, gli avvocati Alfonso e Guido Furgiuele e Massimo Scalfati. Ieri, sono stati rinviati a giudizio.
 
Tutti e due, erano i fondatori (per la Procura) di quella che, a dirla con Vincenzo Dell'Accio era solo una «repubblica fondata sul lavoro». Questo il tenore delle sue conversazioni con un socio. Ebbene, lui e lei si amavano, ma tessevano affari. Al centro degli interessi c'era l'Asl di Napoli, vera cassaforte dell'imprenditore. Ma lei cosa chiedeva? Dalle intercettazioni, emergerebbe un desiderio morboso di Lady Asl per la casa, la «reggia», la «casa per me e mio figlio, la casa che mi devi comprare al Vomero, in piazza Vanvitelli». Eccoli i due presunti soci in affari, intercettati mentre di inviano messaggi.

A giudizio anche l'ex direttore amministrativo dell'ospedale di Caserta «Sant'Anna e San Sebastiano», Domenico Ovaiolo (nella foto, difeso dai legali Luca Rubinacci e Paolo Di Furia) con Nicola Tufarelli (difeso dal legale Vittorio Giaquinto), ex direttore della Unità Tecnologica ospedaliera del Sant'Anna, persona preposta all'istruzione delle procedure per la fornitura di ben e servizi nell'ambito dell'innovazione tecnologica dell'ospedale. Archiviata la posizione di Franco Bottino, ex manager dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano. Prosciolta anche Angela Maddalena. Al centro delle contestazioni, la procedura di affidamento per la fornitura di quattro colonne laparoscopiche Nbi di marca Olympus per l'azienda ospedaliera di Caserta, unico ospedale in Italia commissariato per camorra. La procedura sotto accusa è oggetto di una delibera del 12 dicembre del 2012.

La procura di Napoli sostiene che i vertici dell'ospedale di Caserta si accordarono con i Dell'Accio, gestori di fatto della società Lga Srl Meflamd, Vicamed Srl Soteme srl, Fed Medical, Euromed, Frag Hospital, per l'acquisto di un macchinario. Le aziende di Dell'Accio, secondo i pm della Procura diretta da Giovanni Melillo, sarebbero state favorite rispetto alle altre. Venti le persone rinviate a giudizio. Tra gli ospedali coinvolti l'Ascalesi, il San Giovanni Bosco, il San Paolo, il Loreto Mare, tutti a Napoli, oltre, come detto, al Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta.

Il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio anche per Rosario, Antonio e Claudia Dell'Accio, difesi dai legali Alfonso Furgiuele e Massimo Scalfati. Corrado Ursumando, Salvatore Belfiore, Antonio Carotenuto e altri.
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