Capua, Franco Arminio al Festival con “Sacro minore”

Il poeta protagonista di un reading nella chiesa dei Santi Rufo e Carponio

Franco Arminio
Franco Arminio
di Mariamichela Formisano
Lunedì 22 Maggio 2023, 16:37 - Ultimo agg. 17:02
3 Minuti di Lettura

Parole che curano, dissetano, riscaldano, quelle che il poeta Franco Arminio ha riservato al pubblico della diciottesima edizione del “Capua il luogo della lingua festival” che gremiva la chiesa medievale dei Santi Rufo e Carponio di Capua per il reading tratto dal suo ultimo libro “Sacro minore” (Einaudi).

Uno spettacolo d'interazione continua, sulla scia di poesie vecchie e nuove, inedite o reinterpretate al suono delle lingue e degli idiomi presenti tra il pubblico di uno spettacolo nello spettacolo.

E non sono mancate le parole di apprezzamento che il poeta “paesologo” ha riservato al festival letterario più longevo della provincia di Caserta e che, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, promuove tutto l’anno la scrittura ed i linguaggi della cultura contemporanea ispirandosi al Placito Capuano, primo documento scritto del volgare italiano che vede nella Capua Longobarda del 960 la sua genesi.

Introdotto da Marilena Lucente, scrittrice e direttrice dei Laboratori di scrittura del Capua il luogo della lingua festival, Franco Arminio ha ribadito l'importanza sia della poesia che risiede nelle piccole cose, sia dell'attenzione che queste meritano per percepirne la sacralità.

«Per questo ritengo “Sacro minore” un libro religioso - ha spiegato Arminio - di quella religione che possiamo trovare non tanto nelle chiese quanto nelle strade,nelle persone, nelle piante, negli animali e in tutte le cose che stanno sotto il sole.

Ed è lì che deve ritornare la poesia, che occorre dissequestrare da questa sorta di nicchia nella quale è finita come se fosse un linguaggio per addetti ai lavori.Invece la poesia è democratica, parla di amore, di morte, parla della vita di tutti noi ed è giusto che stia nel mondoe sia goduta da tutti, letta a pranzo, per strada».

Video

E sui linguaggi contemporanei che siano in grado di comunicare i luoghi e la storia, Arminio ribadisce: «Ho sempre ritenuto che chi conosce ed è realmente appassionato a qualcosa, sa anche comunicarlo in maniera appropriata. Perché attraverso la comunicazione arriva l’amore che si nutre per le cose che raccontiamo. Occorre quindi affezionarci alle persone e ai luoghi, e non soltanto a quelli bellissimi, ai capolavori, ma anche ai dettagli di una piazza, di una strada, di un balcone, di un luogo nella sua quotidianità poiché sono quelli che hanno bisogno di raccontarsi attraverso il nostro amore». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA